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THE FLOW. SANREMO, BLACK COUNTRY NEW ROAD, PETER HANDKE

ANZI LEGGERISSIMA


The Flow è una rubrica che vorrebbe assomigliare al flusso di un DJ che parla. Ovviamente con la scrittura è più difficile e non sono tipo da Podcast. Almeno credo.

È difficile trovare ritmo ma soprattutto aspettarsi che sia il lettore a seguirlo - la lettura su web ha (penso) regole e convenzioni e tempi diversi da quella su carta. Ma comunque.

È la Settimana di Sanremo 2022, che non sto seguendo per motivi fondamentalmente pratici (non ricevo più la RAI sulla televisione e sul laptop non riesco a entrare in atmosfera). Ovviamente Sanremo si presta a un ascolto e una visione condivisa, sappiamo, so, che il punto non è la musica, per cui se non lo stai guardando andarsi ad ascoltare le canzoni su Spotify non rende, non ha magia, ti perdi il contorno che significa perdersi quasi tutto, ed è un tutto che va necessariamente vissuto in diretta, durante la diretta.
Comunque quella dei La Rappresentante di Lista mi sembra molto carina, anche se questo gruppo eternamente promising rischia di diventare una faccenda tipicamente sanremese e un eterno in-betweener, troppo indie per vendere dischi (ma poi chi vende dischi in questa epoca?) e troppo commerciale per un successo di nicchia. 



Non vorrei ora fare quello che, facendo finta di snobbare la polemica del giorno, vi partecipa. Dico solo (e mi stupisco quante persone avvedute non lo sappiano o fingano di non saperlo) che i dialoghi degli spettacoli televisivi sono prodotto degli autori, di improvvisato c'è poco o nulla, per fare un esempio dell'anno scorso e che quindi (spero) non fa litigare, non è che Ibrahimovic salisse sul palco a brutalizzare Amadeus perché quelli erano i rapporti di forza reali e quindi lo svedese dicesse - sai che c'è, ora vado e lo rimetto al suo posto -, ma perché gli autori avevano deciso di giocare su quel personaggio. Lo stesso - immagino - quest'anno. Giochi di scena, sceneggiature. Ovviamente si può reagire come il pubblico degli anni '80 quando al cinema in sala si metteva a tifare Rocky e fischiare Ivan Drago, come se fossimo stati veramente al Madison Square Garden (anzi al "The Garden").

Parlando ancora di musica, oggi 4 Febbraio è uscito il nuovo e atteso album dei Black Country, New Road, un gruppo UK post-tutto, adorato da chi snobba Sanremo e che fanno musica "piegata proprio in quella direzione", in una direzione, lo ammetto, snob: post-punk, post-rock, tocchi free-jazz, qualche melodia sghemba, spoken-word salmodiato, stop-and-go-isterici. Si ascolta questa musica perché piace o per sentirsi parte di una comunità? Io la ascolto perché mi pare intanto musica interessante, per percepirne gli strati, la costruzione, ma anche le urgenze. 
Primo giudizio, rispetto al primo For the first time, questo nuovo Ants from up there mi pare meno elettrico e più ricercato, meno post-rock e più pomposo. Non so quanto sia un album da ascoltare o se invece sia più propriamente da studiare. Il cantante - intanto - è uscito dal gruppo, sospetto per un burn-out o una depressione.



Avete almeno preso in mano il nuovo romanzo di Michel Houellebecq? È un oggetto rifinito molto bene, sono felice me lo abbiano regalato su carta.
Nel frattempo sto decidendo se comprare e leggere La verità su tutto di Vanni Santoni, mi dicono stia andando fortissimo.
Non so quando verrà tradotto in italiano, ho letto in tedesco Mein Tag im anderen Land (Il mio giorno nell'altra terra) di Peter Handke ed è un libro faticoso anche se molto breve, una sorta di affettato simbolismo piuttosto greve sulla figura dell'artista visto come il "folle" o indemoniato, penso con chiari riferimenti alle vicende e posizioni extra-letterarie dell'autore. In Germania è stato trattato piuttosto male, scrivo queste poche righe perché non mi va di recensire un libro ancora non disponibile in italiano e che non mi è piaciuto. Secondo me in Italia nessuno si accorgerà di nulla o forse io mi sono lasciato troppo condizionare dalle critiche tedesche.



Avete letto il sottotitolo? Ecco, la canzone di Colapesce e Dimartino lo scorso anno veniva trattata da grande tormentone pop o come minimo estivo in grado di accompagnarci per qualche stagione. Questo è davvero molto sanremese. E Colapesce e Dimartino sono cantautori ital-pop assolutamente degni, sullo stesso genere potreste ascoltare Eternit, dischetto (molto grazioso) appena uscito del romagnolo Unapalma, che però è meglio, ma forse - lo so - lo dico perché lui non va a Sanremo e non lo conosce quasi nessuno. Buona serata.



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