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LIBRI E RECENSIONI. PAUL VALÉRY - IL CICLO DI MONSIEUR TESTE

UOMO-RAGIONE

Il ciclo di Monsieur Teste di Paul Valéry è una delle prime pubblicazioni della collana Pros Karin dell'Archivio Cattaneo, un editore che nasce originariamente come emanazione dell'omonima associazione impegnata nella promozione e ricerca sull'architettura contemporanea, partendo dal lavoro e dall'eredità di Cesare Cattaneo, ma che sta appunto spaziando in altri territori con collane molto interessanti, come ad esempio Oltre la siepe (testi di narrativa, in particolare classici francesi "nascosti") e questa dedicata al pensiero filosofico.

Questo libro viene presentato abbastanza comunemente come romanzo (anche il titolo fa pensare a quello), ma si conosce l'avversione di Valéry per il genere strettamente narrativo per cui a un quanto di mistero legato a editore e collana (va bene, la collana non è mistero, è greco antico), si unisce la domanda su cosa sia il testo che abbiamo in mano. Il ciclo di Monsieur Teste si configura, nonostante le dimensioni tutto sommato contenute, come "opera della vita" dell'autore francese, pubblicata originariamente in nuce nel 1896 - a tutti gli effetti un lavoro giovanile - e poi costantemente ampliata e ripubblicata, fino ad arrivare a questa versione consolidata nel 1946. Con un certo margine di approssimazione, parlerei di un'opera di riflessione filosofica condotta però - mi pare non ci sia dubbio - con alcuni degli strumenti della narrativa (ci sono dei personaggi - uno di questi è il Monsieur Teste del titolo - dei dialoghi e addirittura dell'azione): Teste rappresenta l'illusione "cartesiana" di un uomo che aspira a essere puro pensiero separato dalla materia, nella parte più narrativa del libro questo si sostanzia in un costante rimuginare (o riflettere) che a sua volta sembra rappresentare un'incessante tensione a distanziarsi dal territorio dell'umano, del concreto e in particolare dell'emotivo. In questo senso la sezione più felice e rivelatoria del volume è la lettera della signora Teste, dove Valéry sembra fare i conti con la hybris giovanile che lo aveva spinto ad abbracciare un'illusione tanto vertiginosa (possiamo infatti pensare che il Monsieur Teste impersonificasse un'ideale giovanile dello stesso autore). Il resto del libro ha natura ancora più filosofica, frammentaria e riflessiva (tranne il finale, dove - non a caso - si scende o si sale nuovamente in una dimensione fortemente corporea, e di nuovo tramite un personaggio femminile) e mi fa pensare - ovviamente è una mia pura suggestione - che se a Valéry fosse interessata la narrativa avrebbe potuto trasformare quest'opera in una sorta di Uomo senza qualità, quasi sicuramente più estremista (e perciò, inevitabilmente, poco romanzesco).

Questa edizione molto curata comprende anche gli interventi di Valéry e di Gabriel Hanotaux in occasione dell'ammissione del primo nella Académie Françaisedove peraltro aveva rilevato il posto di André Gide, il che apre a una serie di riflessioni molto interessanti sul contesto letterario francese dei tempi e sulle idee di Valéry in materia, e una postfazione che (ovviamente) mi ha molto chiarito le idee sulla natura del testo.

Come potete capire, non si tratta esattamente di un romanzo o di un'opera di narrativa di quelle che trovate usualmente su questo o altri blog, è però molto interessante (sia per gli iniziati che per gli iniziandi) proprio per la ricchezza di spunti letterari e filosofici che fornisce.

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Informazioni sul libro

Paul Valéry - Il ciclo di Monsieur Teste
240 pagine
Traduzione di Gabriella Collina Pesca
Ed. Archivio Cattaneo 2021
Attualmente in commercio

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