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LIBRI E RECENSIONI. TERESA CIABATTI - SEMBRAVA BELLEZZA

SEMBRAVA UN ROMANZO

Teresa Ciabatti

Nella lettura, nello scandagliare la produzione editoriale contemporanea, ho le mie manie. Spesso insisto, per esempio, a volermi fare un'idea personale di libri di cui si parla molto e proprio questa motivazione mi ha spinto a leggere (finalmente, direi quasi) Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti, un romanzo che sembrava dovesse vincere il Premio Strega 2021 (lo avevo previsto anche io) e invece non è neppure entrato in cinquina, un romanzo di cui ho sentito alternativamente parlare o molto bene (da pochi) o malissimo (da molti), senza grossi grigi o sfumature.

Non so se voglia dire molto, ma questo libro sembra involontariamente costruito come una sorta di summa di tutte le cose che agli scrittori aspiranti o esordienti vengono sconsigliate: il diarismo quasi "in presa diretta", la predominante auto-referenzialità,  gli ammiccamenti al lettore, le numerose scorciatoie logiche e stilistiche (un abuso dello stile nominale, ad esempio) e un diffuso "tell don't show" (la scrittrice spiega tutto, ma proprio tutto, risolve ogni ambiguità, riempie tutti i vuoti reali o potenziali). Va bene: forse non vuol dire molto, perché i buoni consigli teorici sono anche fatti per essere sconfessati, il Giovane Holden forse non ammicca al lettore? E tutta l'opera autobiografica di Knausgard non ha aspetti fortemente autoreferenziali? E Carrère, per nominare un altro scrittore di "ego" e di dialogo con se stessi?
Alla fine la differenza - credo - sta nel come, nel patto che viene eventualmente stretto col lettore, per dirla in maniera ancora più semplice nel rendere interessanti, piacevoli o addirittura illuminanti fatti che di per sé non lo sarebbero (vedi Knausgard, appunto). Il crollo (dell'interesse) è per me avvenuto già dopo poche pagine: lo stile concitato e un po'pedante, l'egocentrismo querulo della voce narrante, la sostanziale irrilevanza delle vicende (oltre a una notevole antipatia di quasi tutti i personaggi) mi hanno ben presto fatto sentire come vittima sottoposta a un immenso e irritante birignao e mi stupisce non poterlo almeno definire un "birignao d'autore": tutto sommato Teresa Ciabatti è scrittrice esperta, eppure qui non arriva mai (o quasi mai, concediamo qualcosa) un guizzo, un'invenzione stilistica, una scena o anche solo un paio di frasi o periodi ben congegnate a riscattare qualcosa e salvare dalla sensazione di noia e disinteresse.

In conclusione, non so neppure se definirei Sembrava bellezza un libro brutto o molto brutto. Brutto mi fa pensare a uno stile sciatto (qui è fin troppo carico, a dire il vero), a personaggi e situazioni che non vanno da nessuna parte (qui purtroppo l'autrice come suggerivo prima li "controlla" e giustifica fin troppo) e - nella mia personale accezione - a una buona quantità di frasi fatte o gergali (per fortuna almeno queste ci vengono risparmiate).
È un libro inutile ecco. Più inutile di altri libri inutili. Mi fa l'impressione di un libro che verrebbe rifiutato a qualsiasi autore (emergente o meno) tranne che a Teresa Ciabatti. E non so, alla fine, se sia un bene e se lo è, per chi.

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Informazioni sul libro

Teresa Ciabatti - Sembrava bellezza
240 pagine
Mondadori 2021 
Attualmente in commercio

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