LE STORIE E LE PAROLE
Ho letto grandi cose in giro su Vita mortale e immortale della bambina di Milano di Domenico Starnone e - viste anche le piccole dimensioni - ho investito un pomeriggio per testarlo personalmente.
Senza arrivare all'entusiasmo che ho percepito in altri lettori, si tratta di una storia arguta, a tratti toccante, a tratti divertente, ed eseguita molto bene. Morte, amore, relazioni, una certa dose di ben calibrato mistero, forse qualche tocco autobiografico: ci sono i grandi temi e ci sono i temi che ti aspetti da Starnone, oltre a un ritratto affettuoso e vivido di Napoli e di certa "napolitanitá" e ancora il "nodo" emblematico delle storie e del raccontare (dello scrivere) come elemento di distinzione (si intenda, in una vita media) e modo di preservare la memoria. Numerose le invenzioni da consumato (e appassionato, perché no? Non c'è solo mestiere) scrittore: il personaggio della nonna (il più tondo e commovente), tutta la contrapposizione dialetto/italiano, l'esame di grafologia con la chance - per l'autore - di sperimentare e giocare sulla trascrizione delle parole in napoletano (tra cui un credo ironico e simpatico giochino sulla "Schwa").
Con grande capacità e mano sicura, Starnone ci regala insomma una storia piacevole, per certi versi astuta, a presa rapida e che si legge velocemente, senza particolari scossoni ma anche senza inceppamenti. Niente di meno, e anche niente di più: ma credo sia una qualità.
P.s: alcune analogie con "Elena Ferrante", un certo elemento di mistero/scoperta, il modo di presentare i personaggi, specie (ma non solo) le tipologie fisiche, il modo di descrivere Napoli, mi paiono molto chiare. Ovviamente, potrebbe essere una suggestione del lettore.
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Informazioni sul libro
Domenico Starnone - Vita mortale e immortale della bambina di Milano
152 pagine
Einaudi 2021
Attualmente in commercio
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