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RECENSIREPOESIA. MARTINA CAMPI - ( ) PARTITURA SU RIGA BIANCA

 DAL TETTO ALLA TELEVISIONE



Recensione di Valentina Murrocu

Martina Campi, autrice, performer e membro del Comitato Bologna in Lettere, ha pubblicato, tra gli altri libri, “È così l’addio di ogni giorno” (Corraino Edizioni, 2015), “La saggezza dei corpi” (L’arcolaio, 2016), “Quasi radiante” (Tempo al libro, 2019); ( ) “Partitura su riga bianca” (Arcipelago Itaca, 2020) è il suo ultimo libro di poesie.

Il presupposto su cui si reggono i testi della raccolta è il riconoscimento di una separazione netta, incolmabile, tra momento della percezione e restituzione verbale; da questo deriva un secondo aspetto, più tangibile del primo, ovvero, lo scollamento di un soggetto che dice io e che vuole stare al mondo, pur consapevole non solo dell’indicibilità di quest’ultimo, ma soprattutto e, in primo luogo, della mancata leggibilità dello stesso. Scrive infatti l’autrice: «la sede biografica/dell’autodeterminazione linguistica/ ronza nella sera tarda/attorno ai materiali/e alle varianti»; «che sono madre/di questo malessere/(dì le) lame nell’essere/una madressere poi, /non accudire, (poi poi poi poi)/nutrire/sa ancora»; «nonostante l’ora tarda, il non avere/ il dove andare (il dovere), questo liquido/ a(c)cura il corpo lo sgocciolare/copre una replica intera per collezioni»; «che strano modo/ di contare gli anni/e insieme perdere l’arto/della meraviglia»; «Reiterazione delle città sopra le stelle/dei nomi che vanno al rumore/del discorrere, a me il silenzio/del dispiacere».

Ne deriva una postura alto-tragica («(già)/un altro giorno/che non sono più»; «nessuna mano è tanto grande/da raccogliere, /o prender via»), un verso continuamente slogato («capire/ provvedere/ad avere fede/o continuare/a salutarsi»; «ventre aperto/largo/spazio»), un lessico capace di accoglie termini ed espressioni quali «tetto», «televisione», «coazione», il neologismo «madressere», «autodeterminazione linguistica», «galera», «treno», «attore linguistico», «stelle», «l’arto della meraviglia»; termini ed espressioni che cozzano solo apparentemente e coesistono e possono coesistere nel testo in virtù di una totale apertura alle manifestazioni dell’esistente. Quest’ultima non solo rende possibile la giustificazione ontologica, di cui è presupposto, ma soprattutto permette all’autrice di superare la separazione tra io e mondo, l’incomunicabilità (apparente) tra i due ambiti di indagine.
Sembra, allora, che proprio il sentimento tragico di cui l’io si fa portatore permetta allo stesso soggetto di mantenere uno sguardo lucido e, oserei, iper-razionale (nonostante o proprio in virtù della deriva irrazionalistica presente in alcuni testi) sulla realtà; un tentativo di sezionare la realtà decisamente riuscito, quello dell’autrice, specialmente quando (sembra) dissociarsene: «che chiedere sogni/è sfumare gli occhi/ i sogni (che) sono/e chiudere, questa, /è una/modulazione»; «ci metteranno in galera anche così, come siamo, /perché abbiamo perso l’ultimo treno»; «___ gli altri sapevano/che l’ingresso era cambiato/ (che) la portinaia fa come può/ ormai qui/ c’è/ l’affogare (/affiorare)»; «coazione sono i buchi/ sono le sirene/ possiedi_qualsivoglia_indicazione»; «Vale per tutti/voi. E tutti gli altri a terra avanti/indietro dal tetto alla televisione».

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Informazioni sul libro

Martina Campi - ( ) Partitura su riga bianca
80 pagine
Introduzione di Sonia Caporossi
Disegni di Francesco Balsamo
Edizioni Arcipelago Itaca 2020
Attualmente in commercio

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Valentina Murrocu (1992) è laureata in Storia e Filosofia presso l’Università degli Studi di Siena. La sua raccolta poetica d’esordio, “La vita così com’è” (Marco Saya Edizioni, 2018) è stata segnalata al 33° “Premio di poesia e prosa Lorenzo Montano”, edizione 2019. Ha vinto la II edizione del “Premio Letterario Nazionale Gianmario Lucini” per l’inedito. Suoi testi inediti sono apparsi su Nuovi Argomenti, partage du sensible e Poesia del Nostro Tempo. Collabora con Poesia del Nostro Tempo e Recensireil mondo.

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