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LIBRI E RECENSIONI. DANIELE MUSTO - WONDER BOY

VIVERE E MORIRE A MODENA


Inizio insolitamente con un consiglio: per affrontare Wonder Boy di Daniele Musto, uscito per la collana Sidekar di Arkadia, prendete un respiro, sospendete l'incredulità e preparatevi a salire sulla giostra. Wonder Boy è una storia giocata ad alto ritmo, che vive su un accumulo vertiginoso di situazioni, pensieri, oggetti, luoghi (auto, musica, vestiario, cibo, Ibiza, Interrail-come-ai-bei-tempi e Modena, molta Modena) e che in questo senso trova riferimenti attendibili da una parte nel classico romanzo picaresco di formazione (intendo proprio quello classico, roba di 4-500 anni fa) e dall'altra in quel movimento variegato attivo (suo malgrado?) in Italia negli anni `90 e riassunto con la formula/definizione di pulp (primo tra tutti, mi pare, un certo Ammaniti "giocoso" ed esagerato).

Semplificando un po' si tratta della parabola esistenziale di un disadattato (Maniele Dusto, protagonista e Wonder Boy del titolo) che forse li rappresenta tutti, tutti coloro che per indole, tare ereditarie, sfortuna, casi della vita si trovano a dover compensare con altro la propria condizione (di disadattamento) e il proprio disagio. Questo altro si declina poi nei vari motori della storia, per esempio i soldi, il sesso, le automobili, le droghe, il consenso sociale, l'amicizia virile e non, lo sport, il trip adrenalinico e ancora altre cose che è bene scoprire da soli.

Se queste righe fanno pensare a un romanzo divertente, beh, è vero, soprattutto nella prima parte si ride o sorride molto (specifico: io sono un lettore che in generale sorride, raramente ride), ma la vera tonalità del romanzo mi pare si situi nei paraggi di una sorta di frenetica disperazione che accompagna le vicende spericolate del protagonista e ne contraddistingue il modo di pensare e di guardare alla vita (sopra ho parlato di disagio. Appunto). Nel loro percorso Musto (che è anche uno scatenato umorista e battutista social, ma con questo libro fa un altro tipo di lavoro)  e Dusto si negano ben poco: risse, turpiloquio, sbronze, incubi, speakeasy, ragionevoli attacchi al politicamente corretto. Sono se ci pensiamo elementi che fanno parte sia del romanzo picaresco che del pulp e che - felicemente - non sono qui fine a se stessi ma appunto contribuiscono a costruire quell'atmosfera di distorsione, esagerazione e talvolta abbandono (alla piega degli eventi) che compatta e tiene insieme il romanzo, rendendolo tale al di là dell'affastellarsi a rotta di collo di episodi e situazioni.

Mi sono divertito molto - un divertimento a tratti amaro - a leggere Wonder Boy. Sospetto che questo effetto sia tanto più probabile quanto più si segue il consiglio iniziale, ma a ognuno la propria strada: salire, ridere, spaventarsi per finta, spaventarsi per davvero e fermare e scendere. Proprio come una giostra. 

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Informazioni sul libro
Daniele Musto - Wonder Boy
Ed. Arkadia 2021
176 pag.
Attualmente in commercio

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