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RECENSIREPOESIA. FRANCESCA MARICA - CONCORDANZE E APPROSSIMAZIONI

LA MISURA ESATTA DELLA PRESA




Recensione di Valentina Murrocu

Il libro “Concordanze e approssimazioni” costituisce l’esordio di Francesca Marica, poetessa, critico letterario e artista visiva: il volume è uscito per “Il Leggio” nel 2019, all’interno della collana “Radici”, a cura di Gabriela Fantato.

Ciò che si evince fin dalle prime pagine del libro è la presenza di uno stretto legame tra disvelamento e origine delle cose del mondo («l’inverno è spostare il bianco con la mano,/per andare giù nel profondo, con le dita»; «il cielo non nasconde l’origine/di quello che chiama a raccolta»): nel suo volgersi ai fondamenti, l’autrice si rifà non solo a Platone e ad Heidegger, ma anche al pensiero dei Presocratici, indagando le rationes, le ragioni profonde e spesso nascoste su cui si fonda la conoscenza di noi stessi, del mondo e degli altri: «l’impronta della nascita che si fa umana/a ogni strappo/mentre intorno si continua a dire/noi ci siamo, noi siamo qui». Si comprende, allora, come la presenza della luce, che spesso ricopre all’interno dei testi una funzione protettiva e curativa, quando non materna, sia funzionale a questa operazione di disvelamento di ciò che non è visibile e che viene, necessariamente, edotto da quella zona oscura e indistinta che precede il pensiero e la comprensione razionale degli eventi: «Scrivo che è sera/prima c’era la luce, era mattina. /La luce si inceppava dentro la pancia/di piccole finestre feritoie»; «Bisogna essere fatti per la luce/esserne in qualche modo imparentati».

Alla questione percettiva («la vertigine è reale, si sente con gli occhi.») si sovrappone tuttavia nei testi la questione affettiva («Riparo lo spazio con la calma della parola, /maneggio gli eventi con cura.»: questi due modi di essere nel mondo e aprirsi al mondo si alternano e sembrano giustificati, in senso metafisico oltre che estetico, dal ricorrere del concetto di «misura»; non si tratta quindi solo della mera registrazione dei dati sensibili («Io pensavo alla metafora della polvere, /alla misura esatta della presa.»), ma anche di una questione di inclinazione personale, nel carattere come nel temperamento: «Fare pace con la misura/tra le cose mai dette/che non sanno la parola andare». Infine, benché il soggetto risulti talvolta frammentato («dove neanche tu sai, neanche tu puoi»), l’io che si evince dai testi riafferma continuamente se stesso mediante la presa di parola, dando voce al sé e a chi gli è prossimo; il disvelamento di cui sopra, infatti, conferisce una nuova forma e una nuova voce alle cose, le quali si rivelano per ciò che realmente sono in un continuo slancio verso l’altro: «Tu mi raccomandavi di spezzare il ritmo, /abbandonarmi in una corsa verticale/confinando la prudenza un passo indietro. /Abbandonati dicevi, Abbandonati e poi vai»; «Bisogna camminare accanto per capire. / Come la parte migliore, /la forma assoluta e vicino allo zero, /un’isola che non è gelo ma nube, / la possibilità di una danza tra i larici ingialliti.»

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Informazioni sul libro

Francesca Marica - Concordanze e approssimazioni
Ed. Il Leggio 2019
116 pag.
Attualmente in commercio

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Valentina Murrocu (1992) è laureata magistrale in Storia e Filosofia presso l’Università degli Studi di Siena. Nel 2018 è uscita la sua opera prima di poesia, “La vita così com’è”, per le Marco Saya Edizioni.Suoi testi inediti sono apparsi su Poesia del Nostro Tempo, Mediumpoesia e Nuovi Argomenti.

 

 

 

 

 

 


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