LA STAGIONE FEMMINILE
Di Autunno di Ali Smith si è parlato abbastanza all'uscita, sicuramente per l'indubbio standing dell'autrice, ma anche per essere stato considerato uno dei primi romanzi post-Brexit in assoluto, oltre che per essere il primo capitolo di un'ambiziosa tetralogia delle stagioni che si conclude con Estate, in uscita a Luglio 2021.
La definizione di romanzo post-Brexit sta stretta a questo libro cangiante e composito, forse non semplice, strutturato su diversi livelli che si svelano e diventano intellegibili durante la lettura: io nella storia di Elisabeth, ricercatrice universitaria trentenne che torna nel paesino della madre per prendersi cura di Daniel, suo amico ultracentenario in coma profondo, vedo soprattutto un apologo - spesso gioioso e ottimista - sul valore della creatività e della fantasia, sull'idea di libertà (di fare, di creare, di amare) e a dire il vero anche sul valore propulsivo e in qualche modo "eversivo" della donna (oltre alle protagoniste, appaiono in alcune tra le pagine più riuscite del romanzo personaggi femminili veri della storia contemporanea inglese, se vogliamo storia pop e mondana).
La Smith gioca come detto su diversi piani e registri, e qui sta un po' la (ragionevole) complicazione: onirico e sperimentale nella descrizione del coma di Daniel (o meglio dei suoi sogni e immagini mentali), realistico e condito da riuscite note satiriche nella descrizione degli andirivieni di Elisabeth (molto belle e comiche le pagine dedicate al tentativo di rinnovare il passaporto, ostacolato da una burocrazia cieca e idiota), nuovamente realistico con tocchi di rievocazione storica dove si scava nel passato che accennavo sopra, arrabbiato e un po' didascalico dove realmente si parla di Brexit - ma concediamo all'autrice la facoltà di essere un po'incazzata come i colleghi (per dire Cartwright, Coe, McEwan) che si sono dedicati al tema.
Quello che tiene insieme il libro è appunto una tonalità commossa, partecipe e profondamente umana, la fantasia di Daniel che nutriva l'Elisabeth bambina è la stessa che sembra permettere alle cose di evolversi, di andare avanti, di sconfiggere i pregiudizi e forse - temporaneamente - la morte. Si tratta di un romanzo che non ha quindi paura di essere ottimista e sentimentale, e questa rappresenta una grande qualità, oltre alla forza dei personaggi, alla scrittura a tratti strepitosa della Smith - accompagnata dalla traduzione notevole di Federica Aceto (l`umorismo e il tono a volte surreale del libro sono in parte affidati a giochi di parole che vengono resi in italiano con naturalezza disarmante) e all'idea rigenerante di essere davanti al primo tassello, alla prima sezione, di un mosaico (un quadro) più ampio e in divenire.
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Io ne avevo letto solo recensioni positive, ma a me invece non ha detto proprio nulla questa lettura. Peccato :(
RispondiEliminaSono spiazzata da una lettura, sgrammaticata, compulsiva, che disorienta. Le regole grammaticali vanno a farsi benedire.
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