LO STERNO FESSO DEL MONDO
L’ultimo libro di poesie di Bernardo Pacini, già autore di “Cos’è il rosso” (Edizioni della Meridiana, 2013), del libro d’arte “Perfavore rimanete nell’ombra” (Origini Edizioni, 2015) e della plaquette illustrata “La drammatica evoluzione” (Oèdipus), si intitola “Fly mode” ed è uscito nel 2020 per Amos Edizioni, all’interno della collana A27 Poesia, curata da Sebastiano Gatto, Maddalena Lotter e Giovanni Turra.
Soprattutto nella prima sezione del libro, intitolata “Alto levato drone”, il soggetto che dice io assume il punto di vista di un drone, quel «tafano in lega di carbonio» che vede tutto, «in questo sogno meridiano», sondando e scomponendo la realtà: nonostante il senso della vista, il quale fornisce una maggiore presa sul reale, risulti quello privilegiato dal soggetto («All’esterno si vede bene/l’orso blu al finestrone: /guarda dentro.»; «sono io, sono solo un/grosso orso blu/ che guarda dentro»; «anche così, gravitando a velocità nulla e /quota costante/ io vedo tutto.»), non si tratta di una mera questione percettiva. Il drone rappresenta, infatti, il doppio di un io che vorrebbe abbracciare il mondo fenomenico nella sua interezza, immedesimarsi in quello «spettacolo atroce» in 4:3 che ci offre il mondo esterno, come scrive l’autore; eppure, non si tratta di un soggetto spersonalizzato e privato delle proprie qualità, ma di un ente che possiede le medesime qualità di quel soggetto e le implementa in una macchina, elevandosi («Io, drone alto levato/ sono un prototipo-campione/ di umanità»), trascendendo quella stessa realtà che vuole indagare con precisione, sezionandola e, talvolta, deformandola: «come se potesse davvero arrivare qualcuno/ e coglierti sul fatto mentre deformi/ciò che altrove/ non è che in quella forma.»
Del resto, l’autore ritaglia uno spazio per gli affetti («Per questo devo andare a vedere: è nascosta dentro di me – tra lo statore e una lucente corona di magneti – la sua speranza inossidabile di esserci e rimanere, facendo memoria del padre e della madre»), così come per l’angoscia o il disagio dello stare al mondo, provando a dare una risposta a questo disagio, ad esempio con il «silenzio catastrofale» di cui fornisce una “Miniguida preliminare” nella sezione intitolata “FAQ”; rintraccia, anche, le ragioni umane troppo umane di quello spaesamento che ci coglie impreparati di fronte al «falso peso di una pietà virtuale dello sguardo», uno sguardo, quello dell’autore, che rimane umano e attraversa i testi riuscendo a tenere insieme rassegnazione, morte, fogli medici, password, Docking station, editing e Disneyland, al di là dell’espediente del drone o di chi lo pilota. Uno sguardo che taglia la realtà soltanto per ricucirla, allora, quella ricerca di senso per «lo sterno/ fesso del mondo» fracassato come le case che crollano, oppure, lo stupore e la vertigine per la privazione o la mancanza di quello stesso senso: «non ha senso il suo impassibile disagio/ ma è questo che ha insegnato a sua figlia/ a osservare dall’alto ogni posto di gioia/ a diffidare della morte, anche se sta/ precisa in una scatola da scarpe.»
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Informazioni sul libro
Bernardo Pacini - Fly mode
Ed. Amos 2020
104 pag.
Attualmente in commercio
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Valentina Murrocu (1992) è laureata magistrale in Storia e Filosofia presso l’Università degli Studi di Siena. Nel 2018 è uscita la sua opera prima di poesia, “La vita così com’è”, per le Marco Saya Edizioni.Suoi testi inediti sono apparsi su Poesia del Nostro Tempo, Mediumpoesia e Nuovi Argomenti.
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