Passa ai contenuti principali

RECENSIREPOESIA. EMILIO VILLA. ALDO TAGLIAFERRI - ROVESCIARE LO SGUARDO. I TAROCCHI DI EMILIO VILLA (di Valentina Murrocu)

L'AMBIGUITÀ DELL'ORACOLO 


La serie di testi contenuta nel libro che mi appresto a recensire (Rovesciare lo sguardo. I Tarocchi di Emilio Villa, Argolibri, 2020) fa parte di un fascicolo manoscritto denominato Tarocchi: quest’ultimo è conservato nella Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia tra le carte dell’«Archivio Emilio Villa» e contiene testi datati 1950-1955, anni in cui, grazie a contatti con gli artisti Corrado Cagli, Sebastián Matta e Gianni Novak, il poeta aveva rivolto la sua attenzione ai tarocchi, all’alchimia e alla psicanalisi junghiana. 


L’idea su cui si reggono i testi e il procedimento che è alla base dei tarocchi è l’elaborazione creativa del caos primordiale ottenuta mediante i possibili ordini di lettura delle carte. È possibile rinvenire nei testi di Villa una tensione tra pars destruens, rappresentata dall’atto distruttivo con il quale il poeta opera un depotenziamento del significante e pars costruens, costituita dal plasmare il medesimo significante ricombinandolo, in un’apertura del campo delle possibilità di senso, possibilità che ha il suo doppio negli ordini di lettura dei tarocchi. Mi riferisco, ad esempio, ai versi «le/rendez-vous/spontanément s’offre/spontanément souffre/spontanément souffle». 

È probabile, ma non chiaro per la natura del testo, che il rendez-vous, l’incontro, sia il disvelamento di un enigma, a proposito del quale il poeta stesso afferma che «ogni incontro con un segnale/è mutamento nella direzione/dell’enigma», ma anche che l’«incontro è/violazione/dell’enigma» e «il futuro è solo una malattia/dell’enigma», in un linguaggio oscuro e obliquo, peraltro tipico della sentenza eraclitea. Del resto, l’oracolo è strutturalmente ambiguo e le verità pronunciate non sono direttamente e facilmente comprensibili. In questo quadro, il soggetto risulta depotenziato, ma non annientato, dal momento che è libero di arrischiarsi nel gioco e ridefinire la propria soggettività reinventandola incessantemente come maschera, allo stesso modo in cui il poeta reinventa e reinterpreta il verso, come visto sopra: l’atto creativo del poeta permette di produrre e reinventare continuamente il mondo dell’apparenza caro a Nietzsche. 

L’edizione, curata da Bianca Battilocchi e che si avvale della prefazione di Aldo Tagliaferri, si rivela dunque ben fatta e riuscita per due ordini di motivi: il primo, di ordine genealogico, è che il processo creativo di Villa viene ricondotto alle origini, ovvero, ai presocratici (scriveva Eraclito: “Il tempo è un fanciullo che gioca a dadi: il regno di un fanciullo” DK B52), allo gnosticismo, all’esperienza dionisiaca e alla volontà di potenza trattate da Nietzsche (in particolar modo in Umano Troppo Umano e nei Frammenti Postumi), oltre al fatto che vengono individuate, in maniera puntuale, influenze e suggestioni artistiche (Duchamp, Burri, lo stesso Cagli). 
In seconda istanza – e questo punto include in un certo senso il primo – viene messa in rilievo la volontà di Villa di scandagliare quanto di remoto, arcano e, per questo, terribile c’è nell’enigma di «un mondo steso e immoto/e (in)conoscibile».
 

 ---------------------------------------------------

Informazioni sul libro
Emilio Villa. Aldo Tagliaferri - Rovesciare lo sguardo. I tarocchi di Emilio Villa
Ed. Argolibri 2020
120 pag.
Attualmente in commercio

----------------------------------------------------- 

Valentina Murrocu (1992) è laureata magistrale in Storia e Filosofia presso l’Università degli Studi di Siena. Nel 2018 è uscita la sua opera prima di poesia, “La vita così com’è”, per le Marco Saya Edizioni.Suoi testi inediti sono apparsi su Poesia del Nostro Tempo, Mediumpoesia e Nuovi Argomenti.


Commenti