ESOTICO INTERNAZIONALE
Sandro Veronesi ha vinto Il Premio Strega, Remo Rapino il Campiello, ma non esistono solo i premi letterari italiani.
Per esempio, il Nobel per la letteratura sarà annunciato il 2020, ma nel frattempo Colson Whitehead si è aggiudicato il Pulitzer con I ragazzi della Nickel, e il 17 Novembre verrà assegnato il Booker Prize (qui trovate la Longlist), che premia il miglior romanzo in lingua inglese e pubblicato nel Regno Unito (compresi autori americani, quindi meno "autarchico" del Pulitzer).
Per esempio, il Nobel per la letteratura sarà annunciato il 2020, ma nel frattempo Colson Whitehead si è aggiudicato il Pulitzer con I ragazzi della Nickel, e il 17 Novembre verrà assegnato il Booker Prize (qui trovate la Longlist), che premia il miglior romanzo in lingua inglese e pubblicato nel Regno Unito (compresi autori americani, quindi meno "autarchico" del Pulitzer).
Nel frattempo ne è stata assegnata la versione internazionale, International Booker Prize, che premia la letteratura tradotta in lingua inglese, particolarmente interessante sia per scoprire le nuove voci o tendenze (e anche un po´il modo di ragionare dell´establishment culturale anglosassone), sia per il fatto di essere libri di norma già tradotti anche in italiano.
Ecco quindi una breve lista sui sei finalisti (ovviamente incluso il vincitore) di quest´anno.
Il libro vincitore del 2020 è di un´autrice olandese e giovane (neppure trentenne), al suo esordio nel romanzo, un romanzo di dolore, lutto e formazione raccontato dal punto di vista di Jas, una ragazzina di dieci anni, che esplora sulla sua pelle le dinamiche familiari squassate dalla scomparsa di uno dei fratelli.
La visuale "dal bambino" e qualche presenza di toni magico-poetici non mi avvicina particolarmente a questo romanzo, ma le critiche che ho letto erano particolarmente positive.
Yoko Ogawa - L´isola dei senza memoria (Il Saggiatore)
Autrice giapponese, il libro abbraccia i toni del surreale, del fiabesco, se non del distopico, per una trama che segue alla lettera il titolo, appunto in un´isola dove gli abitanti perdono progressivamente la memoria e sono soggette a un regime totalitario che si oppone a chiunque cerchi di contrastare questa epidemia (un´allegoria fin troppo scoperta).
Anche la scrittura segue un registro da fiaba nera e arcana e anche questo non è un libro che entra nelle mie preferenze spontanee, ma potrebbe essere interessante per chi segue un certo tipo di narrativa giapponese.
Fernanda Melchor - Stagione di uragani (Bompiani)
Una giovane scrittrice messicana per un libro che sembra ricordare certe tendenze del gotico southern e americano, anche qui virato "favola nera", mischiando cioè elementi realistici (un Messico profondo e criminale) e magici/arcani (la presenza di una fattucchiera).
La scrittura appare densa e gotica, un po´Ward, segnalo anche la traduzione di Pino Cacucci.
Daniel Kehlmann - Il re, il cuoco e il buffone (Feltrinelli)
Kehlmann è tedesco, già abbastanza affermato pure in Italia, si affida spesso a costruzioni mimetiche e postmoderne che prendono la forma del romanzo storico, e questo è il caso, con una saga fantasiosa e picaresca che usa il personaggio della narrativa popolare Tyll Ullenspiegel (o Tyll Eulenspiegel) un funambolo e giullare, un po´Peter Pan e un po´ Pantagurele, a spasso per il diciassettesimo secolo alla vigilia della guerra dei trent´anni.
Dagli assaggi che ho letto, la ricostruzione storica e di contesto è apprezzabile e accurata, detto questo il Kehlmann del suo libro più celebre e anch´esso ambientato nel passato, La misura del mondo, mi era rimasto - credo non a caso - piuttosto freddo. Bravo, ma scrittore che mi pareva parlare solo al cervello.
Gabriela Cabezon Camara - La vergine dei bassifondi (Unicopli)
Scrittrice argentina e un mix dove assieme a un certo tipo di poetica dei bassifondi (prostitute, transessuali, ragazzi di strada) si mischiano tematiche religiose, riferimenti all´attualità argentina e mi pare - nuovamente - buone dosi di realismo magico.
La scrittura segue questo pastone di temi, è densa, ironica, ricca di immagini e cambi di registro.
Shokoofeh Azar - L´illuminazione del susino selvatico (E/O)
Scrittrice iraniana, che mischia qui realismo nella descrizione del paese lacerato dalla rivoluzione del 1979 e tradizione orale e favolistica, dice molto il fatto che pur raccontando vicende verosimili e seguendo grosso modo la struttura di una polifonia familiare, la narrazione sia affidata a un fantasma.
Al di là dei singoli titoli, è interessante appunto la visione di letteratura non anglofona che emerge, dove prevale mi pare la ricerca dell´esotico (se non del tradizionale, locale e pittoresco), una certa attenzione all´impegno civile-storico, e - clamorosamente - la componente femminile.
Io li ho segnalati, e va comunque a merito dei nostri editori che tutti i titoli fossero già pubblicati indipendentemente dalla shortlist del premio. A voi la scelta, attendendo quella del Booker "principale".
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