PERCORSI LETTERARI
Americana di Luca Briasco arriva nel 2020 a una sua seconda edizione arricchita e ampliata. Ricordiamo che il volume è uscito in prima battuta nel 2016, raccogliendo quaranta recensioni uscite originariamente su Alias e sul Manifesto, organizzate in percorsi e corredate da un´apposita introduzione.
Con questa nuova edizione le schede da quaranta diventano sessanta in maniera da mettersi in pari - se così si può dire - con le ultime uscite di rilievo (ad esempio: Danielewski, Whitehead, Marklev) e con dieci extra rimasti fuori dalla prima edizione e ai tempi raccolti su Minimaetmoralia.
Ora, mi pare ovvia la competenza in materia di Briasco (editor di narrativa straniera per Fanucci ed Einaudi, traduttore), rimane quindi da capire per chi un compendio di questo tipo sia utile e godibile. Di certo per chi senta di avere lacune in materia e cerchi un testo non strettamente di critica letteraria, o meglio che si posizioni tra critica e divulgazione, e che soprattutto proponga, come dicevo sopra, dei veri e propri percorsi tematici comprensivi di suggerimenti di lettura e pareri ben declinati (insomma, separare i capolavori dai buoni libri e da quelli non completamente riusciti). In questo senso - dato per scontato che quasi nessuno, neanche tra gli appassionati - può aver letto tutto, il libro può arricchire anche chi ha maggiore dimestichezza con il genere, proprio per questo aspetto di sistemazione della materia, che secondo me aiuta a chiarire le idee e trovare chiavi edite e inedite per "collocare" anche quello che già si sa.
Come alludevo sopra, trovo azzeccata anche la scelta di NON comprendere solo capolavori, ma dedicarsi agli scrittori e alle uscite giudicati importanti al di là di un possibile canone qualitativo. Faccio tre esempi: la Halliday e Markley, scrittori relativamente giovani, non ancora canonici, autori di due opere prime probabilmente non ancora perfette ma valide, che potrebbero segnare l´inizio di una strada importante, e il paradosso Whitehead che arriva alla gloria del Pulitzer con quello che potrebbe essere uno dei suoi libri meno riusciti e sperimentali, La ferrovia sotterranea.
In questo senso, Americana fa parte dei libri di critica o saggistica letteraria tra i miei preferiti, ovvero i compendi "sistematici", da leggere in sequenza o anche da "compulsare" volta per volta, e tra i qusti lo trovo particolarmente riuscito specie per la grande chiarezza di linguaggio e intenti di Briasco. E devo confessare che anche un (credo) buon lettore di americana come me, vi ha trovato diversi spunti e lacune (mie), cosa che ha sempre un valore particolare. La passione, insomma, va qualche volta rinfocolata, e questo libro lo fa.
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