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LIBRI E RECENSIONI. PIERRE MICHON - LA GRANDE BEUNE

CIVILTÀ E NATURA

La Grande Beune | Pierre Michon - Adelphi Edizioni

La Grande Beune di Pierre Michon, tradotto da Giuseppe Girimonti Greco, è quel che rimane di un progetto romanzesco più ampio che doveva chiamarsi L´origine del mondo, come il celebre quadro di Courbet.
L´opera vive bene anche come novella, d´altra parte Michon è uso alla misura breve, anche se arrivati al finale "aperto" una certa voglia insoddisfatta di saperne di più permane.

Si tratta di un classico racconto di educazione sentimentale o erotica: un giovane insegnante viene arruolato in una scuola del sud-ovest della Francia, in un paesotto collocato grosso modo dove scorre il fiume Vezère (rinominata nella immaginaria Beune del titolo), vicino alle Grotte di Lascaux, riccamente dipinte ai tempi del paleolitico.

Qui si instaura una dinamica decisiva ai fini della narrazione, il contrasto tra l´insegnante "civilizzatore" e la natura e le genti del luogo, descritte come silvane, selvatiche, dirette discendenti di quegli uomini preistorici che avevano pittato le caverne. Questo punto è importante perché al maestro tocca infatuarsi di una di loro, la bella tabaccaia, un coacervo di istinto e sensualità direi quasi bestiale, e pure questo diventa elemento importante e qualificante del racconto, in un contesto nel quale fin dall´inizio gli abitanti di quei luoghi assumono caratteristiche spiccatamente ferine.
La natura selvaggia dei posti e dei paesaggi risulta  per il protagonista spaventosa e arcana, quanto la sensualità smisurata e strabordante della tabaccaia, tanto che ogni gita o escursione del nostro sembra trasformarsi in una sorta di processione o rito tribale, che lo vede come atterrito o avvinto spettatore, esattamente come lo è delle spaventose, sublimi grazie (visibili e nascoste) del suo antagonista femminile. La tematica è quindi quella del rapporto tra l´uomo e la natura, tra la ragione e l´istinto, ma pur nella presenza di numerosi simbolismi, essa si scioglie soprattutto in una narrazione plastica, movimentata, rigogliosa e fortemente visiva, e condotta con gusto spesso sopraffino nella descrizione fisica dei personaggi umani, ma non solo.

Il racconto passa dal realistico del ritratto di luoghi al conturbante/sensuale con grande dominio delle forme ed effettivamente "richiama" la presenza di qualcos´altro che poteva esserci e non c´è, ma come detto funziona benissimo anche da solo e può valere come ottima introduzione al lavoro di Michon.


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Informazioni sul libro
Pierre Michon - La Grande Beune
Traduzione di Giuseppe Girimonti Greco
Ed. Adelphi 2020
76 pg.
Attualmente in commercio
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