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LIBRI E RECENSIONI. DAVID LEAVITT - IL DECORO

RITRATTO BORGHESE, IN INTERNI


Con Il decoro, David Leavitt torna a pubblicare dopo sette anni, riservando al nostro paese l´anteprima, visto che  in lingua originale il libro - Shelter in place nel titolo inglese - uscirà in autunno. 

Si tratta di un romanzo decisamente brillante e che ci restituisce uno scrittore in forma smagliante nel ritrarre un quadro vivente di società americana del nostro tempo, in particolare la vita e i pensieri dei liberali dem newyorchesi acculturati, benestanti e nati negli anni´60 (la generazione dell´autore, in pratica).
In questo, Leavitt si affida soprattutto al dialogo, brillantissimo, quasi cinematografico, condito di facezie fulminanti, e a un tocchi rapidi ma altrettanto fulminanti nel ritratto di ambienti e personaggi e con alcune scene di interni la cui orchestrazione, nella perfetta dinamica dei movimenti e del dialogato, ricorda talvolta i libretti di Da Ponte per le opere mozartiane. 

Il convitato di pietra è fin dall´inizio l´elezione di Trump, con lo scrittore che non rinuncia a qualche staffilata satirica all´ipocrisia dei propri "sodali", ma andando avanti prevalgono aspetti diciamo generazionali e universali, che il titolo italiano restituisce secondo me meglio rispetto all´originale, illuminando il sostrato comune dei personaggi, l´aspirazione alla costruzione di un´estetica materiale (il tema portante del design della casa) e morale, continuamente messa in discussione dalle evenienze della vita vera, o - in altri termini - dell´esterno che a volte si palesa sotto forma di vicini repubblicani intenti a festeggiamenti per la vittoria elettorale, a volte, semplicemente, come innamoramento inaspettato.

In tutto questo Leavitt mi pare azzeccare tutto: perfino i personaggi un po´caricaturali (come Min, divertentissima nei suoi tormentoni) illuminano quelli più complessi, Eva, atterrita dalla vittoria di Trump, è "the kind of woman you love to hate", e non posso rinunciare all´idea che nell´ombroso e saggio, malinconico, arredatore Jake l´autore abbia messo qualcosa di se stesso. 

Rimane la domanda se il "gancio" attuale non sia destinato a far invecchiare prematuramente il romanzo; io credo di no proprio per l´idea di un ritratto generazionale e borghese molto più ampio e ramificato rispetto alla semplice evenienza di avere The Donald alla Casa Bianca, rimane comunque un "e anche se fosse?", perché - anche se fosse - avremmo comunque letto un romanzo davvero brillante, divertente, profondo, di uno scrittore che sembra tornato at his best. 

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Informazioni sul libro
David Leavitt - Il decoro
Traduzione di Fabio Cremonesi
Ed. SEM 2020
352 pag.
Attualmente in commercio
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Commenti

  1. Io ho trovato il titolo alquanto insignificante, Un posto dove rifugiarsi , Shelter in place, non è nemmeno un gran che, ma comunque più pertinente, in fondo la casa di Venezia è la scusa che fa scattare il meccanismo narrativo, non tanto la domanda posta a Siri.MI sono chiesta: Leavitt ha voglia di farci detestare questi bianchi ricchi che aborrono Trump? Alla fine quasi quasi ti viene voglia di metterti davvero dalla parte di bianchi poveri che l'hanno votato.... Comunque veramente godibile questo romanzo che ci allevia i giorni covidici.

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