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LIBRI E RECENSIONI. SANDRO VERONESI - IL COLIBRÌ

LA BURLA DEL ROMANZO BORGHESE

Il colibrì by Sandro Veronesi

I miei motivi di curiosità verso Il colibrí di Sandro Veronesi erano diversi, da una parte ovviamente il Premio Strega (nel momento in cui scrivo il libro è in cinquina e tra i favoriti per la vittoria finale), dall´altra l´accoglienza fragorosa destinatagli all´uscita, con recensioni encomiastiche e addirittura l´elezione a libro dell´anno per le classifiche degli esperti del Corriere lettura.

Su questo libro si è anche sviluppato in un paio di salottini (o cucinotti?) una discussione sulla morte del romanzo borghese che alla luce della mia lettura sembra ora veramente scentrata e fuori luogo. Giudicare lo stato del romanzo borghese o di qualsiasi tipo di altro romanzo partendo dal Colibrì mi pare come voler valutare la salute del settore gastronomico di una città o di un quartiere uscendo in strada la mattina presto di Capodanno. Non è il momento, l´occasione, il contesto, e probabilmente si è anche mezzi sbronzi dalla serata prima.

Il Colibrì è un libro pleonastico ancora prima che inutile, e nel quale un sicuro mestiere dello scrittore riesce comunque ad assicurare una lettura lieve, indolore e a tratti divertente.
Di fatto, se proprio vogliamo tirare in ballo il romanzo borghese, sembra una parodia o un pastiche o un´esercitazione su quello alla Piperno, dove la trama diventa ancora più sequenziale e però i destini individuali ancora più esauriti in termini di possibilità, specie di disgrazie, che possono accadere a una singola persona.
Non so se fossero queste le intenzioni di Veronesi, che certo non è uno sprovveduto, ma qualche sospetto di un´intenzione - anche non primaria - ironica e smitizzante mi è venuto leggendo la nota finale dove si disvelano citazioni, calchi, omaggi e rip-off, alcuni alti, alcuni abbastanza "pop", come in una sorta di campionamento tipico di alcuni generi musicali molto popolari.

Ovviamente, e sarà stato così nella maggior parte dei casi, il romanzo si può e si deve leggere anche per quello che è, la descrizione di una parabola individuale, naturalmente connessa con altre storie individuali, e con un forte potenziale da best-seller dato dalla scorrevolezza (Veronesi sa scrivere, e ci mancherebbe altro, e ha grande dimestichezza con i dialoghi e i "tipi" fisici, per esempio), dall assenza di qualsiasi ostacolo e fatica per il lettore (viene spiegato tutto ma proprio tutto, neanche lo sforzo di ricordarsi chi era e cosa faceva un certo personaggio ottanta pagine prima) e dall´idea del lettore di essere impegnato a leggere un libro importante, quest´ultima avvalorata diciamo nelle intenzioni da ben tre sigilli: il nome dell´autore (che in carriera ha scritto di meglio ma anche di molto peggio), il marchio dell´editore e la patente di qualità assegnata dalla stampa mainstream ma anche da più insospettabili cenacoli di lettori, critici e para-critici.
Quest´ultimo fenomeno non é e non deve però essere un problema di Veronesi, che pure è ben integrato nelle dinamiche editoriali italiane e al quale immagino tutto il buzz non dispiaccia, né del singolo lettore che si trovi a leggere il romanzo a qualche mese di distanza dall´uscita. In un´ideale bolla di silenzio editoriale, credo che Il Colibrì dovrebbe e potrebbe essere giudicato come un romanzo gradevole, friabile e dolciastro come una meringa, e sostanzialmente almeno nei suoi valori artistici e letterari facilmente dimenticabile (mentre comprendo il rimanere affezionati per qualche minuto al personaggio principale). Che i critici del Corriere e i giurati dello Strega mostrino di pensarne altre cose e di celebrarlo in altro modo, aggiunge se vogliamo gusto all´(involontaria?) operazione parodistica che dicevo sopra.

Per chi non lo avesse ancora letto: beh, l´ho già fatto io per voi, il resto credo si capisca.


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Informazioni sul libro
Sandro Veronesi - Il colibrì 
Ed. La Nave di Teseo 2019
368 pg.
Attualmente in commercio
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Commenti

  1. Parere personale non sorretto da elementi concreti e circostanziali.

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    1. No, guarda, questo libro è davvero un insulto al romanzo. Ho impiegato sei mesi a finirlo. Veronesi scrive bene, ma il libro è una piaga. Secondo me l'intento dell'autore era proprio quello di provare che si può scrivere un polpettone senza capo né coda e vederne decantate le mille qualità, perché, nell'era sei social, bastano due post e quattro articoli per definire l'andamento dell'opinione generale. Alla fine la caratteristica di Marco Carrera è proprio questa: la mancanza di una personalità propria, il suo continuo subire le decisioni altrui; prendere ciò che è stato deciso da altri così come è, senza neppure provare ad interrogarsi. Spessore zero, insomma.

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