Passa ai contenuti principali

LIBRI E RECENSIONI. O.HENRY - COME DIVENTARE NEWYORKESI

BOZZETTI NELLA GRANDE MELA

Come diventare newyorkesi - O. Henry - copertina

Come diventare newyorkesi è un´agile raccolta di brevi racconti di O.Henry (si tratta di uno pseudonimo), pubblicata da Mattioli 1885 nella preziosa e apposita collana "light".
Nella prefazione, visti un certo tipo di afflato, di visione su miserie e nobilita delle genti newyorchesi, viene speso il nome di Fitzgerald, tuttavia mi pare che le uniche analogie siano alcune ambientazioni e una scrittura spesso rutilante, mentre diversi sono gli esisti, e, ammettiamolo, anche la statura.

Henry emerge qui mi pare come un buonissimo mestierante e artigiano della scrittura, e si nota come questi racconti siano stati pensati per le riviste e per un pubblico diciamo ampio, generalista, lo rivelano la struttura a chiave (di solito legata a una sorpresina finale) e l´ampio spazio a dettagli di costume, spesso godibili.

L´occhio di Henry è comunque acuto, l´osservazione dei tic - come si suol dire - e delle dinamiche sociali precisa, lo humor bonario, talvolta pungente, mai realmente cattivo (Henry pare non disprezzare nessuno dei suoi personaggi). Il tutto si rivolgeva, credo, a un pubblico medio di avvezzi alle lettere ma certamente non in vena di sperimentalismi o particolari scossoni emozionali.

Ai nostri occhi di lettori moderni rimangono o pervengono un tono ilare e mai compiaciuto, come dicevo una notevole descrizione di ambienti, e alcuni gioiellini che uniscono in maniera davvero non banale ironia, realismo e una punta di amarezza nel tracciare quelle dinamiche sociali che si sarebbero risolte nel breve in un ulteriore rafforzamento del sogno americano, e poi nella sua prima consistente crisi. Ma di questo avrebbero parlato, con premesse e risultati diversi, altri scrittori.

---------------------------------------------------
Informazioni sul libro
O.Henry - Come diventare newyorkesi 
Traduzione di Silvia Lumaca
105 pag. 
Ed. Mattioli 1885 - 2020
Attualmente in commercio
----------------------------------------------------- 

Commenti

  1. Ciao, sono la traduttrice e autrice della prefazione di questo libro. Grazie per averlo preso in considerazione ma devo segnalare le parecchie imprecisioni, in primis nel paragone con Fitzgerald. Nel testo infatti non appare varie volta ma solo una e io stessa ne evidenzio la divergenza: nel mio testo li accomuna solo il fatto che fossero entrambi morti precocemente “per complicazioni dovute all’alcol” e il fatto che entrambi scrivessero i loro racconti su riviste “vendendo la loro particolare versione del sogno americano” che anch’io poi descrivo come divergente, ci mancherebbe. E qui infatti c’è l’imprecisione più grave perché Fitzgerald ha scritto tutti i suoi racconti perché pressato da conti e debiti, in questo proprio come O. Henry, come del resto è notorio in quanto la sua vita è quasi più famosa dei suoi libri. Il loro paragone insomma è un paragone sulla tragedia di un destino umano comune, prima che un letterario: la morte precoce, il fatto che fossero entrambi costretti a scrivere come macchinette pressati dai creditori, Fitzegrald poi ben più di O. Henry, le tragedie familiari. Purtroppo però tu sembri ignorarlo e descrivi il loro pubblico come differente, mi spiace: era lo stesso pubblico, il pubblico generalista delle riviste americane (e qui dovremmo anche aprire un’altra parentesi perché ne presumi una generica ignoranza tutta da dimostrare, ma lasciamo perdere). Ti ripeto, grazie ancora per la recensione, però se non conosci certi argomenti forse dovresti semplicemente dare pareri personali senza tentare analisi storico critiche che non ti competono.

    RispondiElimina

Posta un commento