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LIBRI E RECENSIONI. NANA KWAME AJDEI-BRENYAH - FRIDAY BLACK



MONDI VIOLENTI PARALLELI

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Intanto una sfida. Voglio finire questa recensione senza scrivere la parola che inizia con D e finisce con A, di otto lettere, che descrive uno stato futuro o possibile di cose alterato in senso negativo rispetto alla realtà che conosciamo. Voglio evitarla, perché con quello questi racconti non hanno molto (o nulla) a che fare.

Ma andiamo per ordine; ero inciampato in una recensione di Friday Black di Nana Kwame Ajdei-Brenyah dove veniva ripresa la citazione di copertina (libro necessario) e dove lo si faceva passare come una serie di apologhi (racconti) sul tema del razzismo. Mi ero un po´irritato per la prima cosa, rimasto neutrale per la seconda.
Ma mi era rimasta dentro una sensazione di curiosità, che è poi sfociata nell´acquisto e nella successiva lettura.

Se non voglio nominare la parola con la D, non è per una questione di principio, ma perché secondo me non si tratta di racconti su quel tipo. Direi che ci si muove invece sui registri del surreale, del laterale, dell´assurdo reso realistico, del latamente fantascientifico (in senso molto lato), come potrebbe fare un Saunders (di cui Brenyah è stato in effetti allievo) improvvisamente interessato al tema della violenza in tutte le sue accezioni o un Barthelme intendo a moderare i suoi eccessi visionari in un alveo di critica sociale.

Di racconti incentrati sul tema del razzismo ne ho incontrato soltanto uno, l´iniziale ed efficace I cinque della Finkelstein. Per il resto vengono immaginati mondi dove si vogliono artificialmente eliminare imperfezione e dolore (L´era), parchi divertimenti dove la violenza simulata deve o può sostituire quella reale (Zimmer Land), violentissimi apologhi sul consumismo, come il racconto che dà il titolo alla raccolta, ma anche descrizioni tenere, sentite, di realtà familiari e amicali frante ma non perdute (Il leone e il ragno).

Come qualcuno ha fatto notare, molti racconti di questa raccolta partono da una tesi facilmente intuibile, il che di per sé non sarebbe bene. Il problema, o meglio il vantaggio, è che poi il trattamento, lo svolgimento sono avvincenti, d´altra parte quante sceneggiature cliché si risolvono in ottimi film per la mano del regista? Ecco, qui la tesi, quel tanto di teorico da cui parte lo scrittore viene valorizzata dallo stile ma soprattutto da una capacità visionaria fuori dal comune e da un notevole gusto per il dialogo e per qualche sano rovesciamento ironico.

Un poco di zavorra non manca, immagino che Ajdei-Brenyah abbia lavorato nel commercio al dettaglio per cui il tema del Black Friday si ripete, il racconto finale, il più surreale-fantascientifico, lascia qualche dubbio, ma rimane secondo me una raccolta davvero sopra la media e che fa scoprire una penna originale e secondo me passibile (ovviamente, questo si tratta di un esordio) di grandi miglioramenti.
Nonostante sia un "libro necessario" io lo consiglio, poi fate voi.


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Informazioni sul libro
Nana Kwame Ajdei-Brenyah - Friday Black
Traduzione di Martina Testa
Ed. Big SUR 2019
200 pg.
Attualmente in commercio
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