Passa ai contenuti principali

LIBRI E RECENSIONI. FRANCESCO PECORARO - LO STRADONE


L´APOCALISSE VISTA DAL BAR PORCACCI

Risultati immagini per lo stradone pecoraro

Si potrebbe scrivere: con Lo stradone Francesco Pecoraro torna, ed è più incazzato, pessimista e apocalittico che mai. Ma forse è corretto elaborare un po´.

La vita in tempo di pace, del 2014, era uno dei romanzi italiani migliori di quella stagione, e quasi sicuramente il migliore della cinquina dello Strega, nella quale finì. Cinque anni dopo, ci troviamo davanti a un passo successivo, un´ulteriore evoluzione del percorso (tardivo) di Pecoraro.

Se La vita in tempo di pace, pur con un andamento spesso saggistico, con un sospetto di coincidenza autobiografica tra il protagonista e lo scrittore (non dimostrata né dimostrabile), manteneva ancora le forme del romanzo, ne Lo stradone ci troviamo di fronte a un occhio, a una visione (malmostosi, cinici, pessimisti, auto-critici e ancora altre cose) simili ma a un manufatto differente, la trama è sfranta e si spappola appunto nei modi del romanzo-saggio-autobiografia (presunta)-invettiva, si rinuncia insomma a qualsiasi linearità, alla centralità di una qualsiasi storia, per concentrarsi invece sull´occhio e la visione che nominavo sopra, su una potente analisi-critica dei nostri tempi senza speranza (metto al corsivo quello che credo sia la conclusione dell´autore, non necessariamente la mia).

L´intuizione di Pecoraro, immagino (nuovamente) autobiografica è rappresentare questo sfacelo attraverso la decadenza di Roma, della capitale, e farlo dal punto di vista di se stesso, come abitante dello Stradone, nel Quadrante, vicino alla Sacca, una zona che ho identificato come il quartiere Romano di Valle Aurelia (e lo Stradone credo sia la rispettiva via, dove essa "nasce" o confluisce a Roma), centrale e allo stesso tempo altro, fuori, decentrato.
Cambiamenti etnici e di abitudini, preponderanza del centro commerciale e della diffidenza reciproca, omologazione tramite tendenze e mode, inevitabile e disperante invecchiamento del corpo (chi narra ha una settantina d´anni, come lo scrittore): lo Stradone e il Bar Porcacci (dove il narratore ha le poche interazioni coi propri simili) diventano un osservatorio privilegiato che permette a Pecoraro di andare all´attacco, con l´invettiva, con la satira, con gli elenchi, con brani della biografia del protagonista, con capitoli anche molto tecnici su architettura ed edilizia (d´altra parte lo scrittore ha esercitato la professione di architetto nella propria vita principale).
La Sacca di cui si narra ha poi una storia particolare, vi è presente un monte di argilla che era stata utilizzata durante il primo boom demografico di Roma per costruire mattoni, attraverso questa storia parallela Pecoraro ricostruisce un pezzo di storia di quegli operai (i "roboti") e di conseguenza dell´ ideologia comunista (a cui l´autore o comunque il protagonista hanno aderito per parte della loro vita) e di fare una ricognizione molto efficace, secondo me centrale nell´economia del libro, sul crollo delle ideologie (ma non è l´unica cosa che crolla, anzi direi che la caduta della pulsione sessuale sia tema altrettanto importante e/o portante).

Alcune cose decisive per la riuscita del tutto: Pecoraro ha una voce sua, che non scimmiotta quella di altri scrittori tesi all´invettiva o all´apocalisse (che so: Houllebecq, Moresco), ha una grande padronanza dei gerghi tecnici, una forte capacità di rallentare e motivare quel che dice e afferma, e qui sintetizza una lingua peculiare, un mix di gergo romanesco, linguaggi tecnici, come dicevo sopra, alto e basso, neologismi, segni grafici (come negli incisi), a mio modo di vedere determinante nel contesto di questo tipo di narrazione. O almeno di come la concepisce ed esegue questo scrittore.

Nel suo abbandonare qualsiasi adesione alla narrazione tradizionale, ritengo Lo stradone un passo avanti rispetto al precedente, uno dei migliori libri letti finora nel 2019, e un godibile (a modo suo) invito alla riflessione, senza necessariamente condividere la visione quasi nichilista che ne emerge (ma ecco, chi scrive e narra ha settant´anni, chi recensisce quarantasette e in questa differenza di età possono rintanarsi molte insidie). Come dico raramente: decisamente consigliato.

---------------------------------------------------
Informazioni sul libro
Francesco Pecoraro - Lo stradone
Ed. Ponte alle Grazie 2019
443 pg.
Attualmente in commercio
----------------------------------------------------- 

Commenti