LEGGEREZZA E CATASTROFE
Resoconto della scrittrice inglese Rachel Cusk è il primo capitolo di una trilogia (gli altri due sono Transiti, appena pubblicato in Italia, e Kudos) che ha fatto molto parlare di sé, portandosi indietro elogi e qualche iperbole.
Non a caso ho iniziato questo libro rimanendo un po´perplesso, non tanto per la sua qualità, subito evidente, quanto perché tra le iperboli e gli elogi ve ne erano alcuni che lo ritraevano come opera innovativa, che avrebbe rielaborato e superato generi di moda come la famigerata autofiction o le narrazioni di andamento saggistico.
In realtà mi pare che parliamo di una classica forma spuria: il fatto che la narratrice, Faye, qui in viaggio verso Atene per una lezione di scrittura creativa, sia una scrittrice inglese quarantenne richiama l´universo autobiografico della Cusk senza che essa si metta in gioco direttamente, le storie sono probabili senza che ne venga certificata una verità inoppugnabile, la parte diciamo riflessivo/saggistica viene attuata in parte dall´autrice, in parte (e sono le pagine più azzeccate) messa in bocca ai personaggi. Viene insomma soddisfatta, come in altri libri (penso a Ben Lerner e al suo Nel mondo a venire) sia la Fame di realtà, sia quel tanto di andamento narrativo che consente di pensare all´opera, tutto sommato, come a un romanzo.
Esplicitato questo mio dubbio legato non al libro, ma a come se ne è parlato, dico che è stata una lettura molto convincente, che mi ha stretto a sé in maniera lenta, insinuante ma inesorabile. Una grande qualità della Cusk è sapere unire in maniera sorprendente levità e senso di tragedia, quella leggerezza che ci può accompagnare in un viaggio, una conversazione con un amico, una cena annaffiata da un buon vino, e la catastrofe già successa o imminente, sotto forma di divorzi, lutti, semplici incomprensioni (di solito sentimentali), oppure, come accade a un personaggio del libro, una aggressione incomprensibile e subita.
Questa frizione la troviamo nella auto-riflessione della voce narrante, e soprattutto in un dialogato profondo, arguto e iperrealistico, che ci fa domandare se la Cusk abbia la fortuna di avere amici tutti intelligentissimi o se, cosa più probabile, sia brava a captare e rielaborare quanto di significativo (e di non significativo, il che in fin dei conti è la stessa cosa) le accade (o le non accade) attorno.
Mi pare poi che la decostruzione della forma romanzesca (non nuova, come dicevo) scomposta in tante micro-narrazioni tenute insieme dal viaggio greco di cui sopra, alluda in questo libro a una certa decostruzione della vita in generale e delle vite dei personaggi qui presenti, tutte un poco scentrate rispetto a un´ideale di armonia esistenziale passato oppure solo sognato: parlo ad esempio di un divorzio che ha messo in discussione gli equilibri di Faye e di altri personaggi, una violenza subita, anche il semplice giudizio negativo di uno dei partecipanti al corso, piccoli o grandi segnali negativi e ben più incisivi segnali-rivelatori di decostruzione dell´identità, della sicurezza di essere un uomo o una donna occidentale medio borghese e ben inserito nel proprio entourage culturale e familiare e amicale, e la ragionevole certezza che questa sia una cosa buona e irreversibile.
Ho trovato le migliori qualità di questo romanzo nella scrittura molto limpida, lieve e capace di restituire in maniera semplice pensieri complessi (in quanto tipici arzigogoli umani) e appunto nelle frizioni, nei piccoli drammi, nei contrasti che sopra ho provato a descrivere.
Che Resoconto non sia il manufatto e ritrovato innovativo di scienza e tecnica che la stampa ha talvolta cercato di far passare, non è ovviamente ascrivibile all´autrice; al netto della hype, é stata una lettura appassionante e lievemente straniante, e certamente proseguirò con gli altri della trilogia. Consigliato.
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Informazioni sul libro
Rachel Cusk - Resoconto
Traduzione di Anna Nadotti
Ed. Einaudi 2018
192 pg.
Attualmente in commercio
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192 pg.
Attualmente in commercio
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