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LIBRI E RECENSIONI. MATTEO GALIAZZO - CARGO

IL ROMANZO IMPOSSIBILE


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La meritevole collana Laurana Reload, diretta prima da Marco Drago e ora da Demetrio Paolin, ripropone in formato e-book classici nascosti di una stagione letteraria italiana particolarmente fruttuosa e particolarmente dimenticata, libri usciti dagli anni 90 al 2000 e finiti proditoriamente fuori catalogo. Tra i nomi, lo stesso Drago, Aloia, Milani, Voltolini e appunto Matteo Galiazzo, scrittore inizialmente inserito nel calderone dei cannibali con la sua raccolta Una particolare forma di anestesia chiamata morte e poi sostanzialmente ritiratosi dall´agone letterario (si è dato alla cinematografia, a quanto ho visto), pochi anni dopo aver pubblicato, ai tempi per Einaudi, questo Cargo. Non mi pare sia un caso, ma ne parlerò dopo, che il silenzio sia arrivato in combinazione con un romanzo di questo tipo.

In effetti, Cargo potrebbe essere descritto come la sinopia di un romanzo postmoderno, o come un romanzo postmoderno-giocoso intento a disvelare i propri espedienti narrativi (un po´come L´opera galleggiante di Barth, ma qui in maniera più esplicita). È anche tante altre cose, credo che il principale Nume, ispiratore di Galiazzo sia Italo Calvino, per cui forse ci sono, accanto a quelli appunto esplicitati, altri rebus o giochi combinatori nascosti e che non ho colto. È pure un libro comico, molto divertente.
È organizzato in storie a montaggio parallelo, un investigatore che pedina una ragazza per conto del suo fidanzato, due carcerati in un universo altro, un paesaggio fantascientifico, che dialogano tra loro, l´intervista a una regista, storie che poi iniziano impercettibilmente a convergere l´una verso l´altra e non dirò di più.

In tutto questo Galiazzo dispiega la sua inventiva, notevole, il suo talento comico, una vena spiccatamente riflessivo/meta-narrativa e in parte autobiografica, e mi pare che in controluce faccia presagire i motivi di abbandono della scrittura o almeno di quella pubblicata. In effetti, un romanzo che mette a nudo i propri meccanismi, che lo fa tanto palesemente, che lo fa ripetutamente per bocca dell´autore e dei personaggi, pare un romanzo disilluso, convinto che neppure nell´ironia, nello spasso infinito e nell´infingimento postmoderno vi sia lo spazio per narrare. Non più, evidentemente. O magari questa è una mia congettura e Galiazzo, anche questo c´è nel romanzo, si è semplicemente stancato dell´editoria, dei meccanismi editoriali.

Consiglio questo libro, al netto di qualche pagina un po´compiaciuta dove pare divertirsi soprattutto l´autore, in quanto inconsueto, divertente, perché è allo stesso tempo, indubbiamente, un romanzo, ma, come spero emerga da quanto dicevo sopra, anche la riflessione, si sospetta amara, di un autore di talento su se stesso, su cosa significa scrivere, pubblicare, l´eccitazione e allo stesso momento un certo tipo di miseria nel dedicarsi alla fiction, a storie non vere (ma che potrebbero esserlo), in un momento in cui la critica invece stava apparentemente mostrando attenzione e fiducia nei giovani scrittori, nei modi della narrativa.

In ogni modo, credetemi, può anche solo essere preso e letto appunto per le forti dosi di comicità (surreale, mai banale) e la qualità decisamente elevata della scrittura. Forse è così che uno scrittore deve uscire di scena.

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Informazioni sul libro
Matteo Galiazzo - Cargo
Ed.  Laurana 2013
229 pg. (riferite alla versione cartacea Einaudi)
Attualmente in commercio come E-Book
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