LA DONNA E LA CITTÀ
Pensavo che la mia recensione, il mio parere di lettore su Un amore di Dino Buzzati sarebbe stato sintetico, stringato, come spesso succede coi classici, libri di cui tutto è apparentemente già stato detto.
Al contrario, a lettura finita, questo romanzo mi ha suscitato qualche riflessione in più, in particolare su tre direttrici, tre aspetti che mi hanno particolarmente colpito e portato a pensare.
La prima riflessione riguarda proprio Buzzati e la sua scrittura. Il libro era nato - così dice la vulgata - da una sua tensione autobiografica, o per dirla in parole povere, da un suo amore andato male. In effetti il romanzo passa per essere atipico nella produzione dello scrittore, sia per il tema che per i modi. Senza voler accusare Buzzati di spontaneismo, si sentono questo impeto e slancio personale, la storia è urgente, raccontata in maniera lineare, e con repentini passaggi (che all´inizio possono un po turbare o dis-turbare) al monologo interiore, su tonalità concitate, disperate. Non è insomma lo scrittore diciamo insinuante, simbolista del Deserto dei Tartari, non è il Buzzati che ti aspetti, e questo credo possa essere per molti versi tonificante, o - per dirla meglio - questo tormento sentimentale/esistenziale rende vivo il libro, perché lo scrittore sa comunque mantenere il controllo della materia ed è consapevole dei suoi mezzi stilistici, sceglie consapevolmente di usarli in quel modo. E allo stesso tempo di donare al lettore la sua anima ferita.
Insieme a Dorigo e alla prostituta Laide, personaggio indimenticabile di cui con grandissima perizia Buzzati ricostruisce la parlata popolana ma pretenziosa, è Milano l´altra vera protagonista del libro. Troviamo le periferie e le zone popolari, ma anche quelle borghesi, vediamo una città in cambiamento, e - in funzione dello stato d´animo del protagonista - spesso minacciosa e straniante, un luogo che immagini come da copione percorso da personaggi indifferenti, trafelati e dove paradossalmente gli scampoli e gli sparuti slanci di calore e affetto si trovano nei bordelli.
L´ambientazione è insomma azzeccatissima, arricchita da descrizioni e notazioni fulminanti (d´altra parte Buzzati era giornalista di alta levatura), e mettendoci un tocco personale direi che chi è innamorato infelice a Milano si sente proprio così come racconta lo scrittore, e che Milano è una delle città peggiori in cui essere innamorato infelice.
Parlando di cambiamento della città, si arriva a mio modo di vedere anche alla tematica del cambiamento sociale. Come in Lolita qualcuno ha visto una metafora degli Stati Uniti che minacciano e seducono l´europeo Nabokov, così in Laide potrebbe essere facile vedere la modernità e la diffusione della ricchezza e di certi facili agi (automobili, motociclette, night e divertimenti, accessibili, semplici da ottenere, da acquistare) a favore delle classi più popolari e dei giovani, ansiosi di godere e vivere, a dispetto (o a confronto) degli schemi e delle inibizioni borghesi di Dorigo/Buzzati.
In effetti oltre a essere un grande romanzo su Milano e su un amore infelice, questo mi pare essere anche un grande reportage sull´Italia del boom economico, sui suoi nuovi miti e riti e un inno fondamentalmente amaro alla gioventù,agli usi delle nuove generazioni e una lamentazione sulla sostanziale impossibilità di comprenderle e acquisirle, farle proprie, come Dorigo vorrebbe appropriarsi di Laide.
Fatte le mie riflessioni, non vi è ovviamente da tacere su altri aspetti di grande valore letterario, le numerose scene madri (una fra tutte: la lettera - ovviamente patetica e destinata a non avere risultati - che il protagonista concepisce per muovere a tenerezza Laide), le fisionomie dei personaggi, gli interni, e anche quella sboccatezza erotica che ai tempi dell´uscita, pare, aveva fatto scandalo ma soprattutto spiazzato i lettori che da Buzzati si attendevano altro.
In ultima analisi, un grande romanzo, plastico, partecipato, che a parte qualche ragionevole arcaismo di linguaggio ritengo abbia perso veramente poco del suo fascino e del suo potenziale di identificazione, per uno scrittore da non lasciare affatto decantare (da non trascurare) dopo essere stato oggetto di lettura obbligatoria al Liceo. I classici, spesso, invece sanno emozionare per tutta la vita. Questo è il caso.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Dino Buzzati - Un amore
Ed. Mondadori 2016
294 pg.
Attualmente in commercio
Attualmente in commercio
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