LA LISTA PER LA FINE DELL´ANNO
Potevo dividerla in due, questa lista, ma ho immaginato fosse l´ultima del 2018, salvo altre uscite clamorose di cui adesso non so niente (possibile ma difficile), per cui ecco dodici libri tutti insieme, e io con la mente ragionevolmente sgombra per preparare il 2019 (cose che finora so: Lethem, Houellebecq, Cartarescu, Knausgard, immagino e spero Powers).
L´America di NN Editore
Kent Haruf - Vincoli. Alle origini di Holt (NN Editore)
Uscito da poco, nel Novembre 2018, è il primo romanzo di Haruf, e la prima apparizione di Holt nella sua narrativa. Questo si realizza con un´espediente tipico, la saga familiare, che attraversa circa un secolo di storia, raccontata da un testimone esterno e non necessariamente attendibile.
Conosciamo un po´l´universo rurale, in qualche modo duro ma attraversato da notevoli squarci di umanità (parlo dei personaggi, non dell´autore) di Haruf, credo che siamo in quei territori, ovviamente sono curioso di capire come "scrivesse" Haruf stesso all´esordio.
Jesse Ball - Censimento (NN Editore)
Scrittore americano classe 78, che pare in rapida ascesa nella considerazione critica nel suo paese, di questo suo ultimo Censimento ho sentito parlare benissimo, una sorta di favola (post)moderna unita al classico On the road, la vicenda di un padre che non ha ancora molta vita davanti e che decide di dedicarsi insieme al figlio, un ragazzo down, a un´ultima missione: un censimento di tutti gli abitanti di città nel libro semplicemente denominate con una lettera, dalla A alla Z.
Ho sentito riferimenti a Kafka, a Beckett, riferimenti importanti, anche se poi penso che con uno spunto tanto originale e un tema tanto sentito (il fratello di Ball, deceduto, era down) il libro vada letto senza necessariamente cercare paragoni (altrimenti mi verrebbe in mente anche McCarthy).
Di Ball in Italia si trova anche Quando iniziò il silenzio, per Baldini e Castoldi, 2015.
Altre americhe
Larry McMurtry - Le strade di Laredo (Einaudi)
Con le cinquecento pagine di questo libro, trova il suo secondo capitolo la saga di "Lonsome Dove", una delle più apprezzate (vi sono altre cinque serie nella produzione di McMurtry) dello scrittore e sceneggiatore statunitense.
Lonsome Dove, il primo, uscito lo scorso anno, era stato considerato da alcuni lettori di mia fiducia il miglior romanzo del 2017. Siamo in territori western-rurali, ritornano alcuni personaggi del primo, e restano ancora due romanzi per completare la saga. Ovviamente consigliato "solo" a chi abbia già letto il primo (io non ancora, ma recupererò).
David Mamet - Chicago (Ponte alle Grazie)
Mamet é considerabile uno dei più grandi drammaturghi e sceneggiatori americani contemporanei. Poco consta ripercorrere qui i suoi classici, io cito solo Hill Street giorno e notte (un solo episodio a dire il vero) e Gli intoccabili.
Questo è il suo esordio al romanzo, per chi ha sceneggiato Gli intoccabili deve essere venuto spontaneo pensare a un Chicago-noir degli anni ´20 e ´30 del secolo scorso.
La stampa ha sperticato notevolmente paragonando a Bellow, Roth, Updike. Io mi accontenterei fosse un libro avvincente come quelli di altri sceneggiatori prestati alla narrativa come i due Richard: Price e Russo (per il primo "La vita facile", per il secondo "Il declino dell´impero Whiting" purtroppo ora fuori commercio).
Philip Roth. Romanzi. Volume 2: 1991-1997 (I Meridiani Mondadori)
Segnalo rapidamente l´uscita del secondo meridiano (di tre) dedicato all´opera del grandissimo Roth).
Segnalo rapidamente l´uscita del secondo meridiano (di tre) dedicato all´opera del grandissimo Roth).
Vi si trova come nel primo una selezione di romanzi, in questo caso Patrimonio, Operazione Shylock, Il teatro di Sabbath e Pastorale Americana.
A mio parere tre di questi appartengono ai vertici di sempre di Roth, Operazione Shylock pur ingegnoso e qua e là spassoso mi sembra di no.
Io ne so meno del curatore Simonetti, ma secondo me Pastorale Americana fa parte di una trilogia ideale con Ho sposato il comunista e La macchia umana, e avrei fatto in modo di tenerli insieme, ma appunto è una mia opinione personale ed emozionale (seppure immagino anche con qualche base teorica).
Un tocco di UK
Jonathan Coe - Middle England (Feltrinelli)
Coe ha spaziato anche in altre direzioni, non sempre in maniera efficace, ma ciclicamente torna a quello che secondo me gli riesce meglio: la tematizzazione satirico/sociale dello Stato dell´Unione (in questa accezione, nel senso del regno Unito).
In questo senso il formidabile La famigla Winshaw trattava gli anni ottanta e il thatcherismo, Numero 11 l´epoca Blair e l´appoggio all´intervento in Iraq, e questo nuovo Middle England, in uscita il 15 Novembre 2018 gli ultimi anni, quelli dei primi rigurgiti populisti poi sfociati nella scellerata Brexit.
Se in Numero 11 tornavano alcuni personaggi de La famiglia, in questo ne ritroviamo altri del mini-ciclo de La banda dei brocchi.
Numero 11 era tra il buono e molto buono, ripresentandoci finalmente un Coe in ottima forma. Ho buone speranze anche per questo.
Alexander Masters - Una vita scartata (Saggiatore)
Masters è uno scrittore inglese decisamente interessante, già pubblicato da noi: Stuart. Una vita al contrario per Fazi, Un genio nello scantinato con Adelphi, ma finora non mi pare abbia richiamato particolari attenzioni, il che è strano visto che il suo metodo auto- ed eterofictionale/biografico potrebbe ricordare quello di Carrère e ha quindi una allure decisamente moderna.
In Stuart si raccontava la storia della sua amicizia con un intellettuale, un professore, caduto in disgrazia, ne Un genio la decadenza di un ex-ragazzo prodigio, un matematico, in questa nuova opera si parte dal ritrovamento da parte di Masters di 148 taccuini gettati in un bidone della spazzatura da uno sconosciuto, un vero e proprio "diario di una vita", e da questo nasce una classica quest, il tentativo dello scrittore di approfondire e in ultima analisi ricostruire, capire, quella esistenza scartata.
Molto interessante, autore perlatro quotato in patria e vediamo se con Il Saggiatore funzionerà in modo diverso rispetto ai due editori precedenti.
La Francia: due cugini d´oltralpe
Yannick Haenel - Tieni ferma la tua corona (Neri Pozza)
Come nel caso precedente, Haenel è giá stato pubblicato in Italia, da Clichy, mi pare senza gran risonanza. Questo romanzo è stato finalista del Premio Goncourt 2017 e per come se ne sta parlando potrebbe cambiare le cose. Storia in effetti di grande fascino cinematografico, letterario, postmoderno, con un protagonista ossessionato da Melville e dall´idea di avere la biografia dello stesso filmata da Michael Cimino, uno dei grandissimi visionari e in qualche modo "perdenti" della storia del cinema americano e con un protagonista/picaro/outsider che è in pratica l´alter-ego letterario dello scrittore.
Mi paiono buone premesse per avvicinarci a un libro che ha già avuto come dicevo prima un paio di recensioni molto favorevoli da noi.
Annie Ernaux - La vergogna (L´Orma)
La Ernaux continua qui il suo discorso autobiografico (o meglio, è l´editore che lo fa, visto che il libro risale al 1997) rievocando un ricordo e uno choc, ovvero il momento in cui il padre durante un litigio violento cerca di uccidere la madre della scrittrice. Come sappiamo, infanzia, figura del padre, famiglia, confronto tra le proprie radici proletarie, semplici e l´occhio a volte borghese della società sono temi centrali nella narrativa sobria ma non fredda, precisa e pungente della Ernaux. I suoi "fan" sono, nuovamente, serviti. Il libro esce il 19 Novembre 2018.
Come nel caso precedente, Haenel è giá stato pubblicato in Italia, da Clichy, mi pare senza gran risonanza. Questo romanzo è stato finalista del Premio Goncourt 2017 e per come se ne sta parlando potrebbe cambiare le cose. Storia in effetti di grande fascino cinematografico, letterario, postmoderno, con un protagonista ossessionato da Melville e dall´idea di avere la biografia dello stesso filmata da Michael Cimino, uno dei grandissimi visionari e in qualche modo "perdenti" della storia del cinema americano e con un protagonista/picaro/outsider che è in pratica l´alter-ego letterario dello scrittore.
Mi paiono buone premesse per avvicinarci a un libro che ha già avuto come dicevo prima un paio di recensioni molto favorevoli da noi.
Annie Ernaux - La vergogna (L´Orma)
La Ernaux continua qui il suo discorso autobiografico (o meglio, è l´editore che lo fa, visto che il libro risale al 1997) rievocando un ricordo e uno choc, ovvero il momento in cui il padre durante un litigio violento cerca di uccidere la madre della scrittrice. Come sappiamo, infanzia, figura del padre, famiglia, confronto tra le proprie radici proletarie, semplici e l´occhio a volte borghese della società sono temi centrali nella narrativa sobria ma non fredda, precisa e pungente della Ernaux. I suoi "fan" sono, nuovamente, serviti. Il libro esce il 19 Novembre 2018.
Israele, nuovamente
Amos Oz - Finché morte non sopraggiunga (Feltrinelli)
In attesa di un inedito dopo il bellissimo Giuda, del 2014, Feltrinelli scava nella produzione precedente di Oz, in questo caso si tratta di due racconti lunghi uniti in volume, originariamente pubblicati nel 1997, il primo ambientato ai tempi delle crociate, il secondo nella Tel Aviv degli anni´70, ambedue aventi come "nucleo forte narrativa" i temi della guerra, della catastrofe imminente, del fanatismo religioso o politico. Non so se sia tra le opere maggiori o solo per "completisti". Da guardarci dentro.
Abraham B. Yehoshua - Il tunnel (Einaudi)
Nuovo romanzo del grandissimo scrittore israeliano, pubblicato da poco in patria, esce da noi il 4 Dicembre 2018. Una storia che ha molte delle caratteristiche e tipologie yehoshuane: un ingegnere, un uomo solido e preciso, in pensione, la moglie che lo ama senza riserve, la scoperta di un inizio di demenza senile, la difficoltá di venirvi a patti, e poi una piega politica descritta dal titolo del libro (un tunnel segreto in costruzione nel contesto del conflitto palestinese/israeliano.
In altri termini, i grandi temi di molti dei grandi scrittori: vita, amore, morte, malattia, pubblico e privato che si mischiano.
Io sono un grandissimo "fan" di Yehoshua e potrebbe essere una delle mie ultime e più gradite letture del 2018.
Una Bonus Track russa
Andrej Belyi - Colombo d´argento (Fazi)
Belyi è famoso soprattutto per il romanzo simbolista-sperimentale Pietroburgo, del 1912, considerato da Nabokov uno dei capolavori del novecento.
Questo è invece il suo esordio, romanzo che appare denso nella scrittura e di temi russi: il giovane intellettuale, la contrapposizione campagna-città e intellettuali-gente semplice (il protagonista a un certo punto si innamora di una contadina), la religione (appare nel romanzo una setta messianica).
Non so se sia solo per amatori "hardcore" della letteratura russa, in ogni modo, seppur non conosciutissimo, Belyi potrebbe esserne considerato un grande rappresentante, almeno nel giudizio critico.
Come dicevo in premessa, queste potrebbero essere le ultime anticipazioni per il 2018, spero abbiano dato spunti interessanti e vari. Per quelle del 2019, se ne riparlerà credo tra un mese scarso.
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