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LIBRI E RECENSIONI. ALFREDO ZUCCHI - LA BOMBA VOYEUR

LA STORIA COME BUNGA BUNGA

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La bomba Voyeur è l´esordio romanzesco di Alfredo Zucchi, che tra le altre cose è tra i soci fondatori del fortunato Blog letterario CrapulaClub.
Si tratta di un esordio pieno (strapieno) di idee e in qualche modo vuoto (stravuoto?) di struttura, che si dibatte tra un´indubbia forza visionaria e capacità di procedere per immagini forti e tra alcune ingenuità e vecchi trucchi un po´passati, come un chitarrista che esageri di tremolo e wah wah.

Di base e prima del finale esistenzialista-filosofico si tratta di una rilettura che Zucchi fa dell´epoca di tangentopoli e del successivo cambiamento di paradigma del potere. È una rilettura che si affida agli archetipi e al bunga-bunga.
Per quanto concerne il primo aspetto, i personaggi vengono appellati con un nickname descrittivo (es. l´Avvocato, la Vestale, L´Onorevole, Bruto), primo trucco un po´telefonato. Per quanto riguarda il secondo, l´esercizio del potere da parte dei personaggi di cui sopra (e di altri) appartenenti - ovvio - a una segreta Societas (una P2 ristretta, tipo dado) si sostanzia soprattutto in una serie di scopate, pompini, orge, accompagnate da abbondanti libagioni e da qualche rigenerante sessione di filosofia politica e/o esistenzialista.
In parallelo a questa vicenda, si svolge quella allucinatoria di un ragazzo (scopriremo strada facendo chi è) che in sostanza si strugge, poeteggia, viene rapito e - pure lui - scopa (o ricorda se stesso che scopa o che si nega).
Le due vicende si uniscono nel pre-finale, prima appunto di pagine dense di teoria e di presunta spiegazione su cosa sarebbe la Bomba Voyeur del titolo.

Tutto male, quindi? No. Perché al di là della evidente pretenziosità, dei trucchetti di cui sopra, di un afflato da Genna meets DeLillo, dai soliti riferimenti a umori, schizzi, escrementi vari, ci sono scene vigorose e ben condotte (una tra tutte l´apparizione televisiva di Bruto), un linguaggio tutto sommato ben controllato, viste le premesse apocalittiche e scatologiche, e un discreto controllo del ritmo, specie nella prima parte.
I romanzi, certo, dovrebbero anche essere usati per sperimentare e per portare in pagina una propria visione della vita e delle cose, e va bene, forse non dovrebbero essere terreno di puro sfoggio di sapienza o, se questo succede, si dovrebbe appunto lavorare sulla struttura per garantire un equilibrio (maggiore) che qui non ho trovato.

Come alcuni altri romanzi che si occupano del passato recente italiano e abbracciano una pur giustificata (dai fatti) visione complottistica, a partire dal capostipite Dies Irae di Genna, sostanzialmente un tentativo coraggioso, non del tutto fuori bersaglio, ma anche un´occasione perduta. D´altra parte si tratta pur sempre di un esordio: forse Zucchi, alla prossima prova, avrà altrettante cose da dire, ma le saprà ordinare meglio.

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Alfredo Zucchi - La bomba voyeur
Ed. Rogas 2018
224 pg.
Attualmente in commercio   
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