TRILOGIA INTERROTTA
Il sangue è randagio del sommo James Ellroy è una delle mie non molte letture interrotte, non portate a termine. Pare strano, per uno scrittore che mi ha spesso esaltato e che con i suoi capolavori (a occhio e croce direi Dalia nera, American Tabloid e I miei luoghi oscuri) é entrato sicuramente in un´ipotetica top 20 dei miei scrittori preferiti.
Credo che questo libro sconti proprio il fatto di essere il terzo e meno riuscito di una trilogia iniziata in maniera roboante con American Tabloid, continuata benissimo - al netto dell´effetto sorpresa - con Sei pezzi da mille e conclusasi con questo.
Il metodo è lo stesso, intendiamoci: brevi frasi spezzate, iterazioni, un linguaggio che Ellroy ha appositamente "inventato" per farci martellare sotto i polpastrelli e nella testa questa storia sporca dell´america, con una visione peculiare che nasce dall´iterazione di personaggi di fantasia (indimenticabile per me Buzz Meeks, fin dal nome) e altri storici, realmente esistiti (con tutto il fascino dei retroscena dell´omicidio Kennedy, i patti mafia-sindacato e quant´altro) e dalla totale assenza di "buoni".
Ma in questo terzo tutto è meno urgente, i retroscena storici meno interessanti, il cherchez la femme piú scontato, le ossessioni dei personaggi rimangono piú indifferenti, alcuni topoi (la sanguinolenta scena del crimine, il "cattivo" che sviluppa o mantiene una propria morale, il costante senso di corruzione) ricalcano fin troppo pedissequamente scelte e narrazioni che Ellroy ha condotto altrove con ben più efficacia.
Non escludo come sempre in questi casi che se Il sangue é randagio fosse stato il primo della trilogia, o fosse l´opera di qualsiasi altro giallista, il giudizio sarebbe stato meno severo, detto questo la sensazione dopo le prime 200-300 pagine era di noia e poca voglia di scoprire il resto il che, con Ellroy, non succede certamente spesso. Peccato, ma resta da affrontare l´ultimo Perfidia, che mi dicono nuovamente notevole.
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Informazioni sul libro
James Ellroy - Il sangue è randagio
Traduzione di Giuseppe Costigliola
Ed. Mondadori 2010
859 pg.
Attualmente in commercio
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859 pg.
Attualmente in commercio
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RispondiEliminaIo non sono riuscito a finire neanche Sei pezzi da mille, proprio per quello stile martellante di cui scrvi e che trovo soporifero dopo 100 pagine, insopportabile dopo 150. Eppure American Tabloid l'ho adorato. Lo reputo il miglior Ellroy che ho letto (insieme alla Dalia ed L.A. Confidential, mi manca I miei luoghi oscuri).
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