EPISTOLARE. MODERNO.
Ho incontrato Abbiamo fatto una gran perdita di Alberto Cellotto, durante una pigra domenica mattina, leggendo il Corriere Lettura, dove a questo libro è stato dedicato un classico paginone.
Mi sono incuriosito, sia perché non conoscevo l´autore (poeta, qui alla sua prima opera in prosa), sia per la natura epistolare di questo romanzo per e il riferimento, contenuto nella recensione, al Jacopo Ortis.
Per quanto riguarda i romanzi epistolari, il mio modello assoluto è Herzog, di Saul Bellow, e quella maniera intellettuale, allo stesso tempo disperatamente umana, di inviare lettere destinate a non essere lette, rivelatorie di uno stato d´animo del mittente (come è chiaro e giusto sia, nel genere).
Attraverso le lettere di Martino,il protagonista di questo romanzo, apprendiamo di una crisi di mezza
età, che ha portato a un abbandono del posto di lavoro,a un viaggio per l´Italia, dal Veneto alla Sicilia, soggiornando in normali alberghi, girando per le città.
Il metodo di Cellotto è tradizionale e allo stesso tempo - nei nostri (tempi) in cui non credo vengano pubblicati molti romanzi epistolari - originale, il personaggio di Martino si forma in relazione alle lettere che scrive e ai suoi muti interlocutori e allora lo vediamo donnaiolo, infedele, curioso, amico incostante, esploratore di autostrade e percorsi pedonali, malinconico uomo di famiglia, conosciamo le sue attitudini professionali e la sua tendenza alla riflessione sui nostri tempi, che a volte si trasforma quasi in invettiva, ma ancora più spesso fa emergere un disgregarsi della propria personalità, un diluirsi e in qualche modo ri-addensarsi del sé nel rapporto con gli altri, senza che si giunga a una vera riappacificazione, a una conclusione.
Ed ecco, in questo senso per Martino manca o va ritrovata, in qualche modo, l´istanza che ha portato nel passato ad agire e vivere una propria (ordinaria vita), e ora spinge al contrario a un´inerzia viaggiante, regna quindi il contrasto tra vissuto e immaginato, vacilla la seria immagine del sé e del mestiere esperito e dominano l´idea e la realtà della fuga, una fuga che comunque non riesce a rinnegare del tutto la compostezza del buon padre di famiglia dalle altre aspirazioni.
Si notano qui sia il background nord-est di Cellotto che le origini poetiche, in qualche modo per quanto riguarda la prima definizione vale la sensazione di continua attrazione-repulsione da quella vita fatta di preventivi, aziendine, cose apparentemente ben fatte (apparentemente), per la seconda il linguaggio che specie avvicinandosi al finale, ma anche prima, ha squarci lirici, limpidi, e momenti in cui la lingua si attorciglia, si slega e sembra assecondare le naturali inclinazioni di uno scrittore che comunque, approcciando una missione ambiziosa, vince la sfida di portare al lettore* un´opera divagante e allo stesso tempo affilata, e realmente originale.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Alberto Cellotto - Abbiamo fatto una gran perdita
Ed. Oedipus 2018
112 pg.
Attualmente in commercio
Ed. Oedipus 2018
112 pg.
Attualmente in commercio
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*sono pur cose strane, paginone sul Corriere, tempi di consegna negli shop on line di 3 settimane, ma come mai?
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