IL BARDO DEL THRILLER
Certo che lo è.
Soffocato in quel contesto, tra americani talvolta lirici e talvolta vagamente postmoderni, Jo Nebso non era libero di esprimersi.
Molto meglio qui.
Ora ci si chiederà: perché Nesbo esce con un libro intitolato Macbeth? Fa in effetti parte di una "serie" escogitata dalla´editore Penguin e soprannominata "Hogarth Shakespeare series", l´idea è di avere otto eminenti scrittori incaricati di "rifare", ognuno con la propria voce e caratteristiche, altrettante opere del bardo.
All´opera abbiamo Winterson (Il racconto d´inverno, mi pare ovvio), Jacobson (Il mercante di Venezia), Tyler (La bisbetica domata), Atwood (La tempesta), Nesbo (detto), Chevalier (Otello), St.Aubyn (Re Lear), Flynn (Amleto).
Ecco, Nesbo è stato l´unico che si sta presentando con il titolo originale della rispettiva opera del Bardo, eppure curiosamente gli editori in giro lo stanno posizionando come "Il nuovo Thriller dell´autore dell´Uomo di Neve", peraltro prendendo le distanze dalla grafica usuale di questa collana e dai richiami shakespeariani.
Potenza del norvegese, che supera a destra a sinistra e al centro i suoi compari o rivali letterari.
Macbeth viene qui ri-ambientato in una non definita città industriale del Nord (Europa? Gran Britagna?) negli anni ´70, e trasforma il protagonista in un poliziotto impegnato in una finale, auto-affermatoria lotta alla droga.
I personaggi ci sono tutti e sono, come normalmente nel nostro fuoriclasse, criminali, idealisti, poliziotti ambigui e il mix delle tre categorie.
Avevo già adocchiato l´iniziativa ma un po´per gli scrittori (gli unici che sento di conoscere bene sono Nesbo e St.Aubyn) un po´perché non sono le cose che mi interessano, ma per Nesbo mi muovo volentieri.
Commenti
Posta un commento