IL MONDO SENZA MUSICHE
Conoscevo (da tempo, molto tempo) Stefano Solventi come giornalista musicale, ed per me significativo e in qualche modo nostalgico trovare a recensire Nastri, la sua "favola post-rock".
Come sanno i veri melomani o appassionati, il post-rock è un genere a sé stante ma non è a quello che si fa riferimento nel sottotitolo: è il mondo descritto da Solventi nel romanzo a esserlo. Letteralmente.
Siamo in uno scenario distopico, una specie di contraltare del mondo euforizzato di Strange Days: dal montaggio parallelo dei capitoli veniamo a sapere attraverso quelli più brevi, costituiti perlopiù da articoli di giornale, ed ambientati nel passato (il che significa dal 2032 in poi) di una malattia, una febbre mortale che ha infestato l´Europa colpendo soprattutto la popolazione maschile, e nella narrazione vera e propria diciamo "al presente" (ci troviamo nel 2052) assistiamo con sconcerto alla successiva reazione. Dopo la catastrofe e i milioni di morti, la società è stata riorganizzata e in qualche modo anestetizzata, ci troviamo in un mondo pacifico e apparentemente privo di conflitti, dove sono stati strettamente regolamentati Internet, la fruizione di contenuti culturali, e completamente eliminata la musica pop-rock (non anticipo troppo sui motivi).
Questi presupposti consentono di inserire nella distopia con i suoi elementi classici (modernariato tecnologico, descrizione urbana, retroscena politico e connesse dietrologie) una trama di tipo thriller, legata alla protagonista Polly, figlia di un cantante rock e venuta in possesso dei nastri del titolo, e di come questi ultimi possano essere importanti (forse decisivi) per chi apparentemente progetta di minare il nuovo ordine.
Il romanzo è fascinoso e ben costruito, e ovviamente crea particolari sensazioni (in me un certo panico) in chi molto banalmente della musica rock ha fatto la colonna sonora di tutto, semplicemente di tutto. L´inizio, diciamo la prima metà, crea pazientemente le premesse, ma è superato quel punto e verso il finale che tutto cambia ritmo, accelera, e che i caratteri thriller si accentuano, con un gradevole effetto page-turner.
Al di là della nostalgia "indotta" per l´idea di un mondo dal quale sia scomparsa la musica, il libro ha anche un versante filosofico non banale, attorno alla domanda di quanto sia consentito in nome di obiettivi in sé nobili (come dicevo sopra pace, assenza di conflitti, anche giustizia) di soffocare la naturale imperfezione dell´uomo, che molto spesso si esprime anche in forma di creatività. La risposta credo sia ovvia, e nelle pieghe della storia si annidano riflessioni che riverberano certamente da altri manufatti già visti e letti (da Orwell a Bradbury, e poi cinematografia da Total Recall a 2022: I sopravvissuti) ma che sempre è bello e familiare ritrovare, e che qui sono ben giocati, senza la pretesa di riscrivere un genere, ma con competenza e direi con affetto.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Stefano Solventi - Nastri. Una favola post-rock.
Ed. Eretica 2017
176 pg.
Attualmente in commercio
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