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LIBRI E RECENSIONI. MICHAEL CHABON - SOGNANDO LA LUNA.

EPICA AMERICANA 


Sognando la luna


Avevo messo in fase di anticipazione Sognando la luna (in originale Moonglow) di Michael Chabon tra i romanzi evento del 2017, anche se questo scrittore da noi pare avere quel classico status "di culto", il che potrebbe voler dire che non sfonda come ad esempio un Franzen (e io credo che valga di più di Franzen, anche se forse fa meno fico) o un Auster, ma anche non affonda trasferendosi da Rizzoli a editori più piccoli (non che ormai voglia dire molto):

Dichiaro subito che questo romanzo mi ha conquistato e avvinto, per la qualitá della scrittura, per la compattezza di una struttura a flashback non facile da dominare, e non ultimo - anzi - per il sentimento che ne pervade le pagine.

Chabon è partito (pare con qualche fatica, con degli incagli, a voler tener fede a quanto fa balenare qua e là) dalle cose che il nonno gli ha raccontato, in punto di morte, sulle sue vicende, sulla propria vita agitata e drammaticamente picaresca. Pare semplice, pare un classico memoir, ma la cosa credo si complichi piacevolmente quasi subito, in effetti ho pedantemente trovato almeno tre direttrici in cui collocare questo romanzo, e mi scuserete: una classica (ma fiammeggiante) epica americana, epica dell´uomo comune alla Augie March, poi un omaggio palese a Pynchon e al suo Arcobaleno della gravità, dovfe a un certo punto si va alla radice del problema e Chabon non manca di dare una sua convincente versione, meno visionaria rispetto al maestro, ma forse più cronachisticamente digeribile, dell´accaduto, saldando si immagina un debito di vecchia data, e ancora e chiudo con le direttrici la dialettica tra memoir e fiction, che parte sin dall´epigrafe; l´amico Luca Pantarotto di Holden & Company ha colto acutamente come questa sia un affettuoso calco da la "Storia vera" di Luciano di Samosata, entrambi gli autori paiono consigliare al lettore di diffidare, non dare per assodato che si tratti di biografia e non trattare tutto come invenzione - questa gradevole confusione viene poi amplificata nei ringraziamenti finali.

Vero, falso, ibrido non importa, come dicevo Chabon riveste tutto di sentimento, struggimenti, affetto per i familiari, scene madri e scrittura a tratti memorabile. Il nonno ingegnere che sogna la conquista della Luna e si fa ossessionare (pervadere) dall´ambigua figura di Von Braun, la nonna enigmatica e figlia di traumi inconfessati, un paio di simpatiche canaglie, e ancora figure di contorno molto azzeccate e va infine ammirata la capacità dello scrittore di farsi da parte, di emergere con efficace discrezione, di non invadere il campo e lasciare che le cose siano descritte, e non spiegate. Per quanto concerne le scene-madri, ognuno eleggerà le sue, alcune credo vengano fuori in maniera fulminante e - devo dire - in molte ricorre il personaggio della nonna, davvero riuscito.

In ultima analisi, uno dei "grandi romanzi" di questa stagione, ozioso fare paragoni tra cose tanto diverse ma avendolo letto subito dopo Lincoln nel bardo ogni confronto sarebbe impietoso, ma qui si complicherebbe la faccenda parlando di gusti personali, di classifiche e di hype mediatico.

Non credo sia il romanzo che farà imporre Chabon da noi (sarebbe già successo) ma lo posiziona - se ce ne fosse stato bisogno - tra gli scrittori importanti della sua generazione e i pretendenti al trono o i legittimi successori della gloriosa generazione precedente. E - va da sé - consiglio caldamente questo romanzo.


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Informazioni sul libro

Michael Chabon - Sognando la luna
Traduzione di Matteo Colombo
Ed. Rizzoli 2017
526 pg.
Attualmente in commercio

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