INUTILI MOINE
Questo La grande bugia di Luke Brown è una non sgradevole conferma dell´esistenza di quella categoria che potremmo chiamare: romanzi non brutti, ma inutili.
Brown è un editor inglese, che pare aver riversato in queste pagine le sue esperienze, da cui si concluderebbe che l´ambiente editoriale inglese sia una combriccola di pazzi, cocainomani, sbevazzoni, egocentrici, e coperti d´oro.
Si parla qui di Liam, una sorta di alter ego dell´autore, che dopo una notte folle con lo scrittore-star Craig Bennett (che teoricamente doveva accudire e proteggere per conto dell´editore) viene licenziato e - anche per sfuggire a delle scontatissime pene d´amore - si rifugia a Buenos Aires dove Bennett aveva a sua volta vissuto, da qui inizia la seconda parte della trama, nella quale si gioca anche sullo stereotipo dell´inglese in trasferta e del contrasto culturale.
Al romanzo non mancano momenti divertenti tra un Nick Hornby meno misurato e più autocommiseratorio e le solite narrazioni di party alcol e disfacimento, ma tutto è molto scontato e quasi rudimentale nella trama e nella lingua.
Essendo Brown un "Insider" posso immaginare che sia stato questo aspetto a far avere al romanzo una certa risonanza in patria (in effetti la descrizione del mondo dell´editoria coi suoi aspetti gossip e sguaiati suscita curiosità) mentre mi rimane abbastanza incomprensibile come sia arrivato da noi, e addirittura da Mondadori. In effetti mi pare che però il libro sia stato ignorato, il che in qualche modo dà segnali di speranza o come minimo di giustizia.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Luke Brown - La grande bugia
Traduzione di Marco Rossari
Ed. Mondadori 2015
252 pg.
Attualmente in commercio
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