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LIBRI E RECENSIONI. WALTER SITI - BRUCIARE TUTTO

SE SATANA NON BASTA


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A distanza di qualche mese dall´uscita, sappiamo come critica e dibattito pubblico si siano prevalentemente concentrati su un aspetto in particolare di questo Bruciare Tutto, di Walter Siti.
La pietra dello scandalo, il malamente, quindi il tema della pedofilia che, in subordine, ha generato tutta una serie di discussioni filosofico-morali a colpi di Lacan e con naturali propaggini letterarie verso Bernanos.
In tutto questo, io credo, c´è stata anche un po´di saggia e accettabile tattica marketing-editoriale, lo scandalo qualche volta vende, e il libro maledetto, vedi I versetti satanici (per altri motivi), spesso crea fascinazione e schizza ai vertici delle classifiche. Con Siti non è successo, e con maggiore serenità dopo qualche mese ci si può credo distaccare dagli aspetti più sensazionalistici della polemica, puntualizzando che quello delle pulsioni pedofile del protagonista Don Leo è certamente uno dei fulcri del libro, ma non il solo, e credo possa scandalizzare solo chi voglia farlo a tutti i costi (un po´come quando ci si arrabbia da soli e volutamente per sfogare una rabbia repressa). Questo tema incommensurabile rischia però o ha già rischiato di nascondere altri filoni interessanti di questo libro che a me è parso interessante ma poco equilibrato e un po´legnoso.

Bruciare tutto è per esempio - a detta dello stesso autore - il primo romanzo di Walter Siti dove lui stesso non compare. Lo dice nelle note finali, che mi pare siano state abbastanza ignorate e che pure contengono alcune chiavi di lettura molto interessanti.
Eccone una: l´infingimento e l´ambiguità auto-finzionale, insomma è vero che non compare un personaggio che si chiama Walter Siti, ma tramite le note l´autore partecipa eccome, mi pare si ricavi un (piuttosto tragico) cameo nei panni di uno scrittore certificato, e soprattutto gioca la metafora di Satana, che a un certo punto diventa paradossalmente deus (quindi diabolus) ex machina della vicenda, annodando e snodando fili e accumulando incroci e coincidenze (con qualche deroga - pesante - alla logica), ma Satana, mi pare, è appunto lo scrittore stesso, onnipotente o perlomeno prevaricatore, amplificatore volontario del male e del disastro, in quanto propugnatore di una letteratura d´impatto e non consolatoria.
In altri termini, dietro l´apparenza della rinuncia alla autorappresentazione dell´autore, il romanzo contiene, in maniera se vogliamo anche goffa, il proprio making of.
Inoltre, e ci tornerò tra poco, Siti è ben presente nel modo in cui comunicano i personaggi, anche quelli più umili e meno consapevoli sembrano imbevuti di cognizioni filosofiche o come minimo di ambizioni etologiche, l´autore sembra insomma prestare la propria voce non solo al protagonista Don Leo, ma in generale a quel recitativo che caratterizza soprattutto la prima parte del libro, tanto che in alcuni scambi più serrati si fa fatica nella corretta attribuzione della frase ai personaggi, oltre a concedersi tramite indiretto libero alcune (purtroppo abbastanza scontate) tirate blandamente sociologiche sulla contemporaneità (ISIS, edonismo, migranti, cose così).

Veniamo appunto alla struttura del libro: nella prima parte, piuttosto lenta, si presentano i personaggi, nel contesto di una Milano che cambia, tra slanci umanitari e programmatica grettezza. Spicca qui nel birignao incessante che nominavo sopra il personaggio di Don Leo, forse quello dove l´autore ha profuso un´ispirazione più vera, meno paludata, per il resto a parte l´azzeccata riproduzione di una miscela/gergo costituito da dialetto milanese, snobismi, tic linguistici, italiano rudimentale per i personaggi di extracomunitari, prevalgono tipi un po´triti: il broker tormentato da dubbi morali, la sciura alto borghese dalle ambizioni letterarie e umanitarie e piena di rimpianti, l´artistoide frustrata e sognatrice che va a sbronzarsi al Jamaica.
In effetti il libro vive di qualche ragionevole slancio quando compare il suo protagonista, personaggio plastico, sfaccettato, dinamico nei confronti della trama in cui è immerso, per poi arenarsi laddove si insista con il ritratto d´ambiente milanese e le secondo me troppo prolungate inquadrature sui vari co-protagonisti o sulle comparse.

Un po´dopo la metà entriamo nel vivo e nel tema diciamo principe: se i tormenti di Don Leo appaiono credibili e ispezionati con efficacia di ritratto e senso del pudore, ci voleva proprio Satana per convincere il lettore a soprassedere su alcuni passaggi piuttosto tirati via, fino a una escalation finale non completamente giustificata in termini di logica ma anche di tenuta letteraria, dove il gusto per il melodramma e l´aspirazione a un finale roboante sembrano aver preso la mano all´autore (che giustamente ed ex-post cerca riferimenti in Hardy e nei Demoni di Dostoevskij, ma credo sia importante non solo il cosa, ma anche il come).
Per quanto concerne le scene dedicate direttamente all´indicibile, quella principale è addirittura giocata con una certa tenerezza, per il resto vi sono un paio di strappi in una direzione vagamente pornografica, ma parliamo sempre di un romanzo, di uno scrittore smaliziato e astuto, quindi  di scene fondamentalmente funzionali a quello che si vuole esprimere, il tirare in ballo presunte autocensure che uno scrittore dovrebbe imporsi mi pare fuori luogo, e - davvero - chi sia aduso a telegiornali, cronache, trasmissioni verità, altri romanzi o film, sogni e incubi, siti Internet aperti per volontà o per sbaglio davvero non ha elementi per scandalizzarsi.Magari per riflettere, qualche secondo, prima di passare ad altro.

Critici o semplici lettoriche conoscono lo scrittore più di me hanno sottolineato che non si tratta probabilmente del libro più riuscito di Siti. A me pare sensibilmente inferiore, per esempio, a Resistere non serve a niente, in cui già vedevo qualche rischio, qui ulteriormente amplificato, che letto a qualche anno di distanza gli aspetti da instant-book, le allusioni troppo pesanti a un preciso contesto geografico-temporale, svuotino e depotenzino il testo.

In questo senso Bruciare tutto oltre a non avere raccolto granché successo come effetto della infiammata e a tratti caotica discussione di cui sopra, credo nel tempo possa diventare un capitolo abbastanza trascurato nella produzione di Siti. Consigliato, insomma, solo a chi vuole intervenire nella disputa con argomenti propri.

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Informazioni sul libro

Walter Siti - Bruciare tutto
Ed. Rizzoli 2017
369 pg.
Attualmente in commercio

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