NON FEMMINISMO, CORAGGIO
Recensione di Elisa "Elisola" Gelsomino - www.elisagelsomino.com
Ispirato alle vicende della scrittrice scandinava Laura Kieler, per un
certo periodo legata a Henrik Ibsen da
una forte amicizia, Casa di bambola è un dramma in tre atti che si colloca al
principio della fase sociale del teatro ibseniano.
La storia di Nora Helmer dette talmente tanto scandalo che se ne proibì la
discussione ai ricevimenti delle buone famiglie scandinave; il finale fu
giudicato osceno e Ibsen stesso dovette modificarlo in alcune rappresentazioni
poiché le attrici rifiutavano di interpretare il ruolo. Impensabile nella
società vittoriana del tempo – siamo nel 1879 – figurarsi una donna che
antepone, ai doveri verso il marito e i figli, i doveri verso se stessa.
“Voglio scoprire chi ha ragione, io o la società”, dice Nora. Ma prima di
prendere coscienza del fatto che lei, per il marito Torvald e per il mondo
intero, non è che una bambolina con cui giocare, da vezzeggiare (“lodoletta”,
“scoiattolino”, viene continuamente chiamata) ma infine da asservire, Nora
sembra trovarsi a suo agio in quel ruolo. Non patisce la propria condizione di
inferiorità, non intende affatto liberarsene: ci viene presentata come una
donna frivola, insensibile, opportunista, che intende godersi i privilegi
sociali ed economici della nuova posizione da direttore di banca del marito.
Le sue sicurezze vacillano quando Krogstad, dal quale aveva ottenuto un
prestito a insaputa del marito – e nell´interesse del marito, che per motivi di
salute necessitava di un lungo viaggio al caldo, in Italia – falsificando una
firma, minaccia di far scoppiare uno scandalo. Nora attende, invano, “il
prodigio”.
Con un salto psicologico notevole, d´improvviso si risveglia e si sente
estranea: al marito, alla società, alla sua stessa vita. Vuole educare e
realizzare se stessa, vuole capirci
qualcosa, nella convinzione dell´uguaglianza tra uomo e donna, checché ne
dicano libri e leggi: Nora in poche pagine, in poche battute, si spoglia di
tutto ciò che era per diventare una donna consapevole e determinata.
Laura Kieler farà la scelta opposta, si conformerà al ruolo che le viene
attribuito. Nora, invece, sacrifica tutto, in un unico gesto definitivo, in
nome di quell´anelito alla libertà e della fedeltà alla vita.
Più che femminismo, lo chiamerei coraggio.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Henrik Ibsen - Casa di bambola
Traduzione di Anita Rho
Ed. Einaudi 1972
93 pg.
Attualmente in commercio
93 pg.
Attualmente in commercio
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