LA COMBINAZIONE DEI SENTIMENTI
Dopo aver letto il sublime La tregua mi sono riavvicinato a Mario Benedetti con questo altrettanto conciso Chi di noi, che dello scrittore uruguaiano era stato l´esordio, del 1953.
Nel dialogo tra i due romanzi, che si occupano del mondo dei sentimenti, delle relazioni, si comprende come questo faccia parte di una fase maggiormente acerba e sperimentale, rispetto al suo più maturo e compiuto successore.
La tregua era un breve romanzo che bastava a se stesso, direi, dove il racconto, le frasi, le atmosfere spiegavano tutto, costruivano un mondo di possibilità e rimpianti che - intendiamoci - sono anche il succo di Chi di noi, che prevede però un secondo e più artificioso piano spiccatamente letterario, come quando la letteratura gioca con se stessa.
Si tratta in effetti della storia di un triangolo, Miguel e Alicia si sposano, ma sui due incombe la figura di Lucas, che li aveva accompagnati nei loro primordi universitari, e che Miguel immagina sia o sarebbe potuto essere il vero amore di Alicia.
Un triangolo incompiuto, quindi, o non completamente esperito (e a dire il vero non totalmente indagato nelle proprie vere ragioni).
Il metodo di Benedetti è appunto quello di instillare dubbi e giocare coi punti di vista, la parte più corposa della storia la apprendiamo dalla visione disillusa, velleitaria, vagamente pusillanime di Miguel, che pare rimpiangere il momento in cui è stato scelto da Alicia al posto dell´amico, fossilizzandosi nel più classico dei matrimoni aridi.
Alicia compare con una breve e vendicatoria lettera, per lasciare poi spazio a Lucas stesso che - essendo scrittore e (credo) impersonificazione di Benedetti - coerentemente fa della storia un racconto con tanto di nomi cambiati e note a margine.
Al livello dei sentimenti nel breve romanzo dominano rassegnazione e coazione a lasciarsi vivere, anche se è Miguel a essere maggiormente caratterizzato in questo senso, gli altri due e teoricamente più volitivi personaggi non gli sono secondi (tanto da far pensare che lo scrittore abbia giocato con le nostre aspettative, generando una sorta di cattivo e rassegnato per poi chiarire che la cattiveria e rassegnazione, il cinismo dominano comunque). Benedetti pubblicò questo romanzo a trentatré anni e ragionando su di esso e su La tregua si nota come sia tipico in questo scrittore tratteggiare personaggi mediamente più stanchi e prostrati di quanto l´età anagrafica giustificherebbe. In questo penso vi sia della autobiografia, una personale inclinazione, alla quale nell´altro libro veniva data una dimensione più autentica, mi pare, meno condizionata a filtri e infingimenti. A tattiche di difesa.
Infatti qui pesa il livello più propriamente combinatorio e a mio modo di vedere meno appassionante, fatto di ambiguità nei punti di vista, diari a nessuno, lettere nelle lettere, e il racconto di cui sopra - comunque impeccabile dal punto di vista del confezionamento - che spingono la storia nella direzione del gioco consapevole e - inevitabilmente - un po´freddino.
Parliamo comunque di un lavoro di livello e grande finezza psicologica, che però nel toccare appunto quei temi tipici di Benedetti - ma nel farlo in maniera ancora un po´rigida e studiata - mi spingerebbe a consigliare spassionatamente La tregua per conoscere questo autore, e a recuperare Chi di noi solo se il primo convince senza riserva.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Mario Benedetti - Chi di noi
Traduzione di Stefania Marinoni
Ed. Nottetempo 2016
115 pgg.
Attualmente in commercio
Attualmente in commercio
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