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LIBRI E RECENSIONI. MARCO ROSSARI - LE CENTO VITE DI NEMESIO

AH AH AH CHE RISATE. NO, NON FA RIDERE.


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Su questo Le cento vite di Nemesio di Marco Rossari volendo fare la Grande Recensione Acida si potrebbe dire che nella lista dei libri puerili, inutili e insulsi mai letti sarebbe molto, molto in alto in classifica.
Volendo invece farsi permeare dal buonismo che a volte domina in sede recensoria, si potrebbe dire che è una grande occasione perduta nella quale ogni tanto balenano tocchi di inventiva e umorismo di uno scrittore - Rossari - che ad esempio avevo apprezzato in Perso l´amore (non resta che bere).

Tutta colpa sua? Tutta colpa mia?
In cerca di risposte sono andato a rivedere la quarta di copertina: vengono fatti i nomi di Benni e dei Monty Python (e va bene, allora colpa mia, non sono per quel tipo di satira) ma anche Vonnegut e Hasek, e si parla di grande romanzo italiano e postmoderno, e allora no, allora è pure colpa loro, che vogliono lanciare l´hype, seguire le mode, gettare fumo negli occhi, dove non c´è neanche un´idea di arrosto.

Alla fine si fa spazio una domanda: è questo il romanzo che è venuto fuori a Rossari. O è il romanzo che l´editoria richiede a uno scrittore dalla penna arguta e sciolta e ancora relativamente giovane? Perché l´impressione è che l´ideuzza ci fosse, ma che sia stata allungata all´inverosimile per arrivare a quella foliazione corposa che pare andare di moda in questi tempi.

Lo spunto è semplice e se vogliamo poteva funzionare: Nemesio Viti è grande pittore che ha attraversato cento anni di storia, il figlio Nemo (o Nemesio, come il padre) sentendosene rinnegato o forse per soggezione verso cotanto genitore, lo ha rinnegato lui stesso escluso dalla sua vita,, ma ora Nemesio padre sta per morire, e il figlio inizia a riviverne oniricamente le avventure, quei cento anni in cui ha attraversato storie e storia italiane ed europee.

Se l´inizio illude e la prima avventura onirica che vede Nemesio bambino a inizio novecento nel salotto della casa nativa incontrare personaggi come la Aleramo e Ombroso ancora funzionano, con tocchi di umorismo e manierismi che potrebbero ricordare Michele Mari, la struttura si fa poi altamente ripetitiva, pare inoltre che per moltiplicare le pagine ogni tanto Rossari sia perfino costretto a ricorrere a trucchetti tipo la pagina futurista o palazzeschiana fatta da ripetizioni, onomatopei, puntini di sospensione vari, che alla fine - mia stima - fanno un buon 10/15% del libro.

Ma ci sono altri peccati mortali tra cui una spiccata indecisione del pubblico a cui rivolgersi e una tentazione di mettere tutto in caciara che smentisce appunto le corbellerie sul Grande Romanzo Italiano sparate dall´editore in sede di lancio.
Faccio un esempio: a un certo punto - quando ancora non avevo perso le speranze - Nemesio padre (o meglio il padre sognato dal figlio, che - ahimè - poi c´é anche una sorpresa finale) incontra nello scenario della prima guerra mondiale un robusto soldato americano ferito e con ambizioni da scrittore.
Ho sorriso e pensato a Hemingway. Perché è chiaro che se leggi libri di Rossari editi da E/O e (senza voler apparire snob) sei abbastanza avveduto da renderti conto di questi ammiccamenti e da riconoscere la maggior parte dei personaggi che - anche abilmente - vengono tirati in ballo.
E allora perché qualche pagina dopo - tornati nel presente del figlio Nemo (o Nemesio, come il padre) - Rossari si sente in dovere di svelare il trucco, cioè di far sottolineare al figlio stesso che - sì sì - si trattava di Hemingway? E allora di cosa si tratta? Paura che il libro vada in mano a un lettore distratto, a un non-lettore a uno (e lo dico con grande rispetto) da Sfumature di grigio e di nero?
Così non va, è come in quei film polizieschi che si intricano tanto su se stessi da rendere necessario lo svelamento esplicito per bocca di un personaggio. Non va bene.

Come dicevo, Rossari sa scrivere, qua e là c´è qualche guizzo, qualche scena riuscita (di solito quelle comiche, appunto sul filone Benni o Monty Python e sui toni del surreale o parodistico) ma il resto è davvero una noia fuffosa e irritante, un giochino nel quale paiono essersi divertiti (e lo spero proprio per loro) soprattutto scrittore ed editor. Il lettore no, il lettore ha sofferto - e cento vite sono proprio tante, quando non te ne interessa una.

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Informazioni sul libro
Marco Rossari - Le cento vite di Nemesio
Ed. E/O 2016
500 pg.
Attualmente in commercio 
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