LA LACRIMA. L´ARCANO.
Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, questo libro che ho scoperto tardi, che forse non volevo neanche scoprire, che - consigliato da un´amica - ho ricevuto in un´edizione dei Meridiani di Mondadori, il che - credo - magari vuol dire qualcosa, mi mette in difficoltá nello scrivere una recensione. Da una parte pare essere un classico, dall´altra suscita grandi contrasti, per cui viene difficile trattarlo come uno di quei testi imprescindibili nella storia della letteratura. Uno si sente quasi ridicolo, cerca riferimenti. Perché sta nei classici, nei Meridiani? E perché in giro per la Rete viene a volte ridicolizzato, schifato?
Ora, io credo che questa sia una fiaba per adulti, poetica, simbolica, e in alcuni punti arcana, come può esserlo il libretto del Flauto magico di Mozart, una di quelle situazioni in cui bambino, adulto, Papageno, serpente e critico letterario si incontrano, per capire chi di loro abbia ragione, chi abbia torto. Una storiella. Ma figurati. I simboli, qui ci sono i simboli. Possiamo parlare di massoneria, dell´ebreo, o semplicemente del senso della vita come lo riassumerebbe un bambino.
A me il libro è piaciuto, e mi ha strappato anche qualche lacrimuccia, parlo dalla prospettiva di chi ne sapeva poco poco o niente, ci ho visto la poesia e una reale ispirazione, ma con un testo di questo genere, così peculiare,sento di aver bisogno d aiuto, per questo riterrei necessario il dialogo con chi me lo ha fatto conoscere, l´amica Elisa di Odordigelsomino, a cui ho rivolto qualche domanda, ho esibito qualche riflessione.
Finita la
lettura, che è stata commovente, mi son chiesto di quanti livelli si componga
questa storia, c´è ovviamente un primo livello di fiaba. Ma io direi di fiaba
adulta, poi abbiamo degli altri livelli, dei simbolismi molto scoperti (l´uomo
dei numeri come polemica contro la prevalenza capitalista della produttività) e
altri più arcani (la volpe, il serpente, la stessa rosa).
Elisa- Il piccolo principe
credo sia uno dei migliori esempi di libri per bambini che non sono, in realtà,
per bambini – o almeno non solo. Certo il cinquenne rimane affascinato dall´originale
storia di questo principino che vive su un pianeta lontano e che un giorno
decide di esplorare l´universo, ritrovandosi infine sulla Terra. Ma poi c´è
quella che tu giustamente definisci fiaba adulta – che può essere goduta
appieno solamente dall´adolescenza in poi proprio perché offre diversi livelli
di lettura – che racconta di solitudine, d´amore, di incontri, attese e addii con
uno sguardo particolarmente struggente e profondo e facendo larghissimo uso di
simboli. Oltre alla figura del piccolo principe, è proprio il linguaggio
simbolico a conferire un´aura d´incanto al libro, che sembra quasi portare in
sé un “segreto”.
Io poi non
penso che tutti i simboli vadano sciolti, non credo sia necessario capire se la
rosa sia un riferimento alla moglie, o all´amore, o ancora – come leggevo nella
prefazione – alla condizione degli ebrei in Europa nelle adiacenze della prima
guerra mondiale, così come il pezzo della volpe è emozionante anche senza per
forza chiedersi se si alluda all´amicizia virile.
Elisa- Ognuno può e deve vederci ciò che vuole, si presta alle
interpretazioni più disparate. Delle volte però è molto meglio godersi
semplicemente ciò che c´è scritto per come è scritto, non spiegarsi e spiegare
tutto: razionalizzare Il piccolo principe
è la sua antitesi. Riguardo alle spiegazioni “storiche” io sono sempre
piuttosto prudente, mi paiono una forzatura – ma magari poi invece
Saint-Exupéry intendeva proprio quello, chissà.
Una cosa
me la chiedo, come mai questo libro suscita reazioni contrastanti? Mi pare una
bella fiaba, e certamente nella sua natura di fiaba probabilmente merita di
stare tra i classici della letteratura, che a loro volta infatti si dividono in
diversi generi e diverse grandezze. Quindi metterlo tra i classici non
significa che lo si contrapponga – che so – a Flaubert o Tolstoj. Insomma, non
vedo alcuna lesa maestà a considerarlo un piccolo grande capolavoro, se si
accettano appunto questi assunti, la natura di fiaba e il fatto che tutto
sommato la grande letteratura dovrebbe o potrebbe suscitare emozioni, e questo
è un libro emozionante.
Elisa- Il piccolo principe
mi accompagna sin dall´infanzia, lo rileggo periodicamente e ogni volta è una
sorpresa. Se un libro riesce ad essere nuovo ad ogni lettura, ad emozionarci e
svelarci qualcosa che la volta precedente ci era sfuggito, ecco: non può non
essere un capolavoro. È estremamente poetico seppur essenziale (ci sono
capitoli lunghi una dozzina di righe, sui quali si può ragionare per ore) e
riesce a “parlare al cuore” senza essere stucchevole. Al di là dei gusti
personali – per cui effettivamente può non piacere, come qualsiasi altro libro
– ho notato esserci una sorta di snobismo letterario, c´è anche chi lo detesta senza
averlo mai letto. È come se la fama del libro abbia fatto sorgere pregiudizi,
ma il fatto che a distanza di oltre settant´anni continui ad essere letto e
amato mi pare un segnale importante. Bisognerebbe riconoscere al Piccolo principe maggiore dignità: il
massimo che gli è stato concesso è la definizione di “classico per l´infanzia”,
una definizione riduttiva e fuorviante che non gli rende affatto giustizia.
Poi chiaro
che il pensiero va alla vicenda umana di Saint-Exupéry, alla sua fine avvolta
se vogliamo nel mistero, credo che questo abbia contribuito al fascino del
libro.
Elisa- Il libro penso abbia una fascinazione tutta sua e indipendente
dalle vicende legate all´autore, che io stessa ho scoperto solo in tempi
relativamente recenti. Ma il fatto che Saint-Exupéry abbia davvero avuto,
durante la sua carriera di aviatore, una panne nel deserto mi ha portato a
chiedermi cosa gli sia capitato in quei giorni e come e in che modo ciò possa
essere legato alla genesi del Piccolo
principe. E anche la morte dell´autore sembra non poter essere
razionalizzata, proprio come il suo libro: come spiegare la sua sparizione in volo? I resti dell´aereo sono stati
ritrovati solo una decina d´anni fa, di lui invece non è rimasta alcuna
traccia.
Io metto
tra le scene e i dialoghi più emozionanti il primo incontro con il principe,
quello della volpe e ovviamente il finale, mi piacerebbe sapere quali sono i
tuoi. Magari gli stessi ma dillo con le tue parole.
Elisa- L´incontro tra l´aviatore e il piccolo principe, che avviene
con una bizzarra richiesta – “mi disegni, per favore, una pecora?” –, introduce
nel migliore dei modi quello che è un po´ il fil rouge del libro, la contrapposizione tra l´ingenuità
dell´infanzia e il disincanto dell´età adulta. Il dialogo con la volpe, che insegna
al piccolo principe cosa significa addomesticare, è – mi sbilancio, ma provate
a leggerlo ad una persona a cui volete bene senza che ad un certo punto vi si
rompa la voce – una della pagine più belle della letteratura. Aggiungo la
ricerca del pozzo, quell´acqua che il piccolo principe trova così buona perché
nata da una marcia notturna sotto le stelle e dalla premura dell´aviatore nel
porgergliela. L´addio del piccolo principe all´aviatore è commovente, ma fa
sorridere tra le lacrime: le stelle ridono davvero per chi ha letto Il piccolo principe.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Antoine de Saint-Exupéry - Il piccolo Principe
Traduzione di Leopoldo Carra
Ed. Mondadori (I Meridiani)
151 pgg.
Attualmente in commercio
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Io amo il Piccolo Principe, penso che sia un capolavoro. Il fatto che sia illustrato e scritto in uno stile adatto anche ai bambini, e quindi apprezzato anche da loro, non lo rende inferiore anzi. In poche pagine Saint-Exupéry spiega il modo di pensare degli adulti, e lo critica, in favore della purezza del pensiero dei bambini. A parer mio è un libro rivolto prettamente agli adulti. Non riesco a capire come mai certe persone debbano giudicare senza neanche averlo letto..voglio dire, in una giornata si legge quindi cosa perdi a provarci?
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