EMOZIONI ED ECONOMIE
Parlo di questo Le nostre anime di notte di Kent Haruf sottolineando in primis un piccolo e ingiustificato, irrazionale, imbarazzo.
Ho comprato il mio primo Haruf - Benedizione - a ridosso dell´uscita nel 2015, ero alla Hoepli di Milano, non sapevo nulla di lui né dell´editore, ma da appassionato di Americana e di "segreti ben custoditi" non potevo esimermi o almeno questa era stata la sensazione.
A due anni di distanza, l´ultimo romanzo di Haruf è diventato un libro-evento, e grazie anche alla bravura di NNEditore in sede di lancio è entrato altissimo nelle varie classifiche, con un primo posto su quella di Tuttolibri de La Stampa.
Nei nostri tempi social, l´effetto saturazione, il Bandvagonesco, e il bastian-contrario spesso coincidono in tempi e spazi, l´editore mobilita, il lettore si rende disponibile, altri seguono, e ancora altri alzano il sopracciglio e dicono o ragionano su cosa debba aver mai scritto di così eccezionale questo Haruf per andare in classifica "dal basso" e chi siano tutti questi lettori che corrono in libreria: veri fan, conformisti, vittime del marketing, malati di selfie in cerca di un secondo di snapchattiano riconoscimento sociale?
I numeri - la Stampa dichiara circa 6.000 copie vendute - dicono che l´editore è stato bravo, ma rivelano allo stesso tempo che solo una parte dei lettori o potenziali tali di Haruf si è mobilitata (la trilogia ha venduto - mia stima - sulle 30.000 copie) e insomma l´ingresso alto in classifica corrisponde a uno zoccolo duro di sostenitori/fan che lo hanno comprato subito, come quando avevamo visto posizioni di eccellenza nelle vendite per Purity o per Safran Foer. Con la differenza - ma questo é un merito - che parlando di un piccolo editore l´impresa è più difficile.
Tutta questa premessa spero non troppo noiosa per dire che NO - non mi sento in imbarazzo per aver comprato subito l´ultimo libro del ciclo di Holt, né per averlo subito letto e recensito.
È un libro bello, delicato, laconico e commovente. Credo sia questo il segreto di Haruf: suscita emozioni con mezzi molto economici come - mutando ciò che va mutato - un Carver meno urbano. Non è uno scrittore che sa fare molte cose, ma quelle due e tre le fa davvero bene. La localizzazione di un ambiente/protagonista - la città di Holt - il peculiare metodo che consente di rapprendere e contenere i sentimenti in un continuo asciugare la pagina (seppure anche Haruf abbia momenti più descrittivi e barocchi, come ad esempio in Canto della pianura rispetto a Benedizione, invece stilisticamente simile a questo), nelle pieghe di quel dialogo diretto senza virgolette che crea da una parte straniamento, dall´altra scandisce e regala fluidità a una pagina particolarmente "amichevole" con il lettore, proprio perché essenziale.
Se nei libri della vera e propria Trilogia di Holt si creava un effetto di atemporalità - come fa notare in nota il traduttore Cremonesi - qui abbiamo delle notevoli (per Haruf) intrusioni di realtà circostante: un telefono cellulare, per esempio, e addirittura una auto-citazione metaletteraria (che non svelo in quanto gustosa e direi anche rappresentativa della poetica dell´autore), insomma lo scrittore nel suo percorso si è evoluto, ha fatto piccoli spostamenti laterali, per arrivare qui a scrivere una storia molto sentita, probabilmente con alcuni aspetti autobiografici, il racconto di due anziani, vedovi, che decidono di darsi una nuova possibilità, trascorrendo le notti insieme solo per parlare e incontrando lentamente ma inesorabilmente moralismi e disapprovazioni del mondo attorno a loro (Holt, i parenti, le seconde generazioni - le terze no).
Amore, rimpianto, ipocrisia, crisi familiari, il rapporto con la natura, le piccole cose che danno gioia, gli uomini che sanno prendersi le responsabilità, le donne che sanno resistere e tenere ben salde le redini della propria vita, e di quegli uomini. La morte. Combatterla a colpi di gite nella natura selvaggia, di bagni in torrenti gelidi, di nottate trascorse mano nella mano. I temi di Haruf - ed erano in gran parte quelli dei precedenti - sono questi. Il libro racconta tutto sommato cose comuni, e - facendolo - sa far sorridere, sa commuovere e in sostanza rendere godibile (in senso estensivo) e struggente questo nostro ultimo sbirciare tra le case di Holt, o avvicinarcene a volo d´uccello e poi ripartire ancora con qualche rimpianto, ancora con qualche domanda inespressa.
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Informazioni sul libro
Kent Haruf - Le nostre anime di notte
Traduzione di Fabio Cremonesi
Ed. NN 2017
200 pgg.
Attualmente in commercio
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Letto lentamente,ascoltato,annusato.Un respiro dolce,reale,presente.Dal gennaio 2020 ho desiderato poter condividere belle chiacchietate con un uomo dall'anima profonda. Ed ecco,mi arriva "le nostre anime di notte"....narra ciò che tanto desidero. atcavarretta@gmail.com......attendo ...chi volesse...mi scriva. Antonella55
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