STORIE FEMMINILI DI CORTO RESPIRO
Dello scrittore danese Jens C. Grondahl avevo letto con soddisfazione Quattro giorni di marzo, romanzo virato al femminile e di grande sensibilità e capacità di ritrarre sentimenti semplici e in qualche modo essenziali.
Per questo dopo un ragionevole silenzio editoriale sono stato all´impronta contento di sapere che Feltrinelli avrebbe portato il libreria il suo ultimo romanzo (molto breve) Spesso sono felice. Che, lo dico subito, pur avendo alcune caratteristiche in comune con quello sopra citato, non regala uguali soddisfazioni.
Si tratta di un´altra storia al femminile, dove Grondahl mostra di nuovo una notevole abilità mimetica nel vestire i panni (letterari) di una donna, ma si applica in questo caso a una storia di respiro più breve e se vogliamo più ovvia della precedente.
È una sorta di Va dove ti porta il cuore dove l´espediente epistolare viene giocato come monologo di Ellinor, che si rivolge all´amica di una volta, Anna, morta giovane e a cui la vita di Ellinor rimane legata per sempre (per esempio, il marito di Anna risposa Ellinor dopo la morte della prima).
Storia quindi di rimpianti, reticenze, gioie del passato, domande esistenziali mai risolte, e ancora di mini-segreti e vergogne, di quelli da tacere o far risuonare solo nella propria testa (o in questa conversazione immaginaria e univoca con una defunta).
La prosa di Grondahl è elegante, senza sbavature, la voce ben congegnata, i personaggi credibili eppure - saranno le dimensioni davvero contenute o le vicende in qualche modo risapute - il tutto rimane a livello molto superficiale, un intrattenimento da sala d´aspetto o breve viaggio in aereo, un libro che chiede poco (impegno) ma non restituisce molto.
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Informazioni sul libro
Jens C. Grondahl - Spesso sono felice
Ed. Feltrinelli 2017
Traduzione di Eva Kampmann112 pg.
Attualmente in commercio
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