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LE ANTICIPAZIONI. ROBERT WARD. JAMI ATTENBERG. MALAMUD. SALTER. DIDION.

AMERICANITE


Recensireilmondo




Le manovre di avvicinamento al Salone di Torino portano ad alcune interessanti novità
nell´immediato, altre si avvicenderanno nel corso dell´estate, e ne raccolgo qui alcune, di matrice spiccatamente statunitense.

Inizio con Robert Ward, scrittore e sceneggiatore del quale già lo scorso anno fu provato il lancio in grande stile da parte di Barney (una costola di Barbera Editore) a dire il vero credo senza grande successo.
Il libro si chiamava Io sono Red Baker, gradevole e molto cinematografico, senza essere un capolavoro né presentare particolari innovazioni in stile e struttura.
Ora ci riprova la Compagnia editoriale Aliberti, con tanto di collana denominata The Outlaws e tournee promozionale (a dire il vero la fece anche Barney) accompagnata dal traduttore Nicola Manuppelli.
Il libro - distribuito a partire dai prossimi giorni - è altamente suggestivo fin dal titolo Hollywood Requiem, la storia di uno sceneggiatore allo sbando che vuole giocare una sorta di scommessa (che potrebbe essere) letale sul suo successo, provando a rendere carta (sceneggiatura, ma anche i soldi che potrebbe guadagnare) una storia intricata, vera e pericolosa.
Il lancio stampa parla di Omicidio a luci rosse e di James Cain; da parte mia dico che Ward è scrittore sciolto e di mestiere, direi un buon artigiano, per amanti del genere e completisti di Americana.

Chi invece aveva provato a lanciare Jami Attenberg era stata Giuntina. I Middlestein era arrivato in Italia con l´endorsement di Jonathan Franzen e tutto il fascino delle storie familiari disfunzionali. Sul romanzo ho sentito "mixed reviews" ma un po´di attenzione l´ha raccolta e non deve essere andato male se ora l´editore fiorentino porta in libreria Santa Mazie, la biografia romanzata di Mazie Philipps, la cosiddetta Queen of the Bowery, un classico personaggio di strada, nell´epoca della grande depressione, nel Lower East Side newyorkese.
Quando dico personaggio di strada non mi riferisco alla cd. professione più antica del mondo; Mazie vendeva biglietti per un teatro, animava la vita del quartiere, rendeva più facile con denaro, cibo e sapone la vita degli Homeless, in numero crescente come conseguenza della difficile fase economica.
Storia newyorkese che potrebbe evocare Doctorow e le sue ricostruzioni del passato, anche se sono piuttosto certo che la scrittura della Attenberg pari da un´altra parte. Comunque interessante.

Minimum Fax ci porterà in tempo per il Salone una vera chicca, un nuovo/vecchio Malamud. Si chiama Il popolo ed è il romanzo "incompiuto" dell´autore de Il commesso.
Si tratta di una delle opere apparentemente più ambiziose e ideologiche dello scrittore: siamo nel 1870, all´epoca del Far West e l´ebreo Yozip viene rapito da una tribù di pellerossa e - attraverso varie vicissitudini - ne diventa capo.
La dialettica è quella della diaspora e della fuga (tema chiaramente ebreo), dello scontro tra cultura, del "Buon Ebreo" punito ben oltre le sue intenzioni (Yozip è destinato all´insuccesso nella sua missione).
L´edizione comprende anche alcuni racconti (già presenti nell´edizione originale e postuma) e credo sia obbligatoria per i fan di Malamud, e molto interessante per tutti gli altri.

Guanda prosegue nella sua opera "completa" di rilancio e riproposta di James Salter. È uscito da poco Per la gloria (esordio dello scrittore americano scomparso nel 2015) e a Luglio ne verranno pubblicati i racconti de L´ultima notte (l´originale è del 2005).
Anche nella forma del breve Salter pare scandagliare ciò che gli riesce meglio, ovvero le dinamiche affettive ed erotiche tra uomo e donna (come ad esempio in Un gioco e un passatempo).

Finisco con un´altra chicca davvero interessante, ovvero con Run, River esordio romanzesco di Joan Didion, storia di una coppia di discendenti dei "pionieri padri fondatori della California", storia di morte e tradimento, e infelicità, che si muove in parallelo tra un passato mitico-nostalgico (questo tipo di sguardo fu peraltro criticato retrospettivamente dalla scrittrice) e un presente violento-imperfetto.
Io credo che la Didion abbia perfezionato la sua scrittura nel tempo, ma è chiaro che questa riproposta (da Saggiatore, a Giugno) è materiale obbligatorio per chi segue la scrittrice (e siamo in tanti, o almeno non-pochi) e merita di essere sfogliato per tutti gli altri.

Seguirà un´altra puntata più europeo-italiana delle anticipazioni, probabilmente dopo il Salone...stay tuned.


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