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LIBRI E RECENSIONI. PAOLA BOGGI - LA CORDA SENSIBILE

SOTTOMISSIONE E RINASCITA

La corda sensibile

Paola Boggi è una "compagna di scuderia" di Transeuropa e ho avuto l´opportunitá di leggere in anteprima il suo esordio, La corda sensibile.

Paola sceglie (o forse deve farlo) di raccontare una storia di violenza sulle donne - su una donna, e lo fa dalla prospettiva di chi vede come Anna, la protagonista, si faccia "complice" degli abusi, delle botte che essa stessa subisce dal marito, l´impeccabile promotore finanziario Alberto.

Partendo da questi elementi, Paola sbozza una storia evidentemente sentita e necessaria, e lo fa con linguaggio che è allo stesso tempo pudico, espressivo e lirico. Idealmente il libro vive di due parti, direi una "negativa" e una "costruttiva" (non scomodo termini latini perché anche io apprezzo la pudicizia), nella prima si respira una tensione notevole, non tanto e non solo per le scene di botte ad Anna, ma anche perché si comprende come quella violenza, quella "complicità" con il torturatore venissero da lontano, da un padre esigente e ingombrante, da una madre remissiva. Una necessità di essere violentata e picchiata psicologicamente che pare portare alla realizzazione fisica della violenza, in questo caso subita e in qualche modo tollerata con Alberto.

La parte costruttiva vede la  rinascita della donna, non mi dilungo sulla trama perché é difficile parlarne senza spoilerare, decisivi sono gli amici di Anna e in particolare il pittore René, al quale si deve anche il titolo riferito al celebre quadro di Magritte, con "il non senso del surrealismo che chiama il fruitore a partecipare, riempire di senso un non senso" (mi vengono qui in aiuto le parole dell´autrice), come il non senso della vita di Anna o il non senso di accettare una condizione di sottomissione a un certo punto si apre su un´insieme di scelte forti e di avvenimenti esterni che vanno ad accelerare il processo di ricongiunzione con una se stessa che non vuole più subire.

Penso sia fisiologico che nel passaggio tra il negativo e il positivo si possa perdere un pochino di tensione emotiva, d´altra parte ho motivi per pensare che questa storia dovesse essere raccontata proprio così, con questa scrittura che evita patetismi o eccessi elegiaci, pur non risultando in nessun modo fredda, e devo dire è molto matura - non si penserebbe a un´esordiente.

In ultima analisi, come dicevo Paola Boggi ha messo mano a una storia in qualche modo necessaria e che è tale - mi sento di dire - non solo per lei.

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