É difficile che un libro di Cameron deluda, lui é davvero bravo, forse troppo bravo (e lo sa).
Le sue sono costruzioni fin troppo perfette, é maestro di dialogo, personaggi e atmosfere. Il tutto tocca sia cuore che cervello, e lo fa in maniera molto (forse troppo) consapevole. La ricorrenza del "troppo" é voluta,
Cameron mi piace immaginarlo compiaciuto, nell´immaginare noi lettori e nel essere assolutamente SICURO dell´effetto che la data parola o il dato dialogo produrranno.
Detto questo, qui siamo a livelli alti, in questa semplice storia in qualche modo inattuale (o fuori dal tempo) di sentimenti e incapacità di provarli, e di vite apparentemente bloccate, di circostanze banali che segnano invece la vita, siamo quasi ai livelli di "Un giorno tutto questo dolore..." e a mio modo di vedere più in alto di "Il Weekend".
Consigliato, come si dice in questi casi.
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