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LE ANTICIPAZIONI. FUNETTA-BRIGANTI-BENSKY-VON KLEIST-SERNER-ZMESKAL-MABANCKOU

DELLA RICCHEZZA (EDITORIALE)


Libri e recensioni




Mi punge vaghezza di darvi contezza di qualche altra uscita da qui a fine anno, tutto questo mentre in secondo piano FERVONO i preparativi per le anticipazioni 2016.

Per il resto del 2015 inizio da due libri italiani e proseguo poi in ordine sparso.

L´editore Tunué  - tradizionalmente specializzato sul fumetto - si é mosso in maniera interessante sulla narrativa, lanciando una serie di esordienti italiani che hanno fatto parlare di sé. Due su tutti: Iacopo Barison con il suo riuscito (e astuto) "Stalin+Bianca" e Sergio Peter con il suo affascinante e bucolico "Dettato".
Sta per ora uscire un altro esordio a cui la casa editrice e l´abile editor Vanni Santoni credono molto.
Lo scrittore é Luciano Funetta e il romanzo si chiamerà Dalle rovine. La storia e la stessa "Nomenclatura" mi suggeriscono suggestioni Bolaniane, si parla di Rivera (non un calciatore, ma un collezionista di serpenti) che entra in contatto con un certo Alexandre Tapia, il tutto con un sottofondo di pornografia artistica. Storia quindi direi quasi programmaticamente allucinatoria (come dice il lancio stampa dell´editore) ma a cui non mancano sfumature di estrema modernità e anche furbizia (che non guasta). Sono insomma curioso, nel bene (spero) o nel male.

Passo a un libro appena uscito; di Annarita Briganti avevo già apprezzato Non chiedermi come sei nata, romanzo evidentemente autobiografico, crudo e romantico allo stesso tempo, una scrittura viva, moderna, gergale, sciolta, mai compiaciuta o sovraccarica.
Annarita - anche giornalista "culturale" davvero attivissima (oltre che molto brava) - torna ora in libreria (sempre per l´editore Cairo) con L´amore non é una favola, nel quale torna anche Gioia (grosso modo un alter ego dell´autrice) alle prese con la sua vita glamour e incasinata, e - come dice il titolo - con l´amore. Sperato, cercato, forse ideale, molto più probabilmente no - molto più probabilmente traumatico.
Prossimamente recensito anche su queste pagine (le prime sensazioni son molto buone).

"Abbandono" l´Italia per un romanzo da poco uscito per E/O, si chiama Lola Bensky ed é della scrittrice tedesca naturalizzata australiana (e ora residente negli USA) Lily Brett.
É una storia evidentemente autobiografica, che ricalca le esperienze dell´autrice: Lola é una diciannovenne australiana inviata dalla rivista musicale per la quale scrive nella rockin´London di fine anni ´60, incontra Mick Jagger, poi vola in America, incontra Jimi Hendrix (e così via) e vive tutta la sua contraddizione tra un´educazione ebrea, conservatrice e ricca di sensi di colpa e un mondo "scatenato e sensuale" che le si dischiude di fronte. Al di là di tutto, un romanzo rock e di formazione che mi pare abbia motivi di interesse.

Dopo una scrittrice tedesca ma solo di nascita, passiamo a un tedesco, e un tedesco vero e classico.
Ovvero Heinrich von Kleist, vissuto a cavallo del passaggio tra il settecento e l´ottocento, conosciuto soprattutto come drammaturgo, ma autore di notevoli novelle, nelle quali vengono esplorate situazioni drammatiche, scavando nelle loro conseguenze psicologiche, utilizzando le armi del distacco e della oggettivazione per distaccarsi dal romanticismo o dal tardo romanticismo, ai quali Von Kleist é spesso accostato.
Feltrinelli fa ora uscire in unico volume due dei racconti (lunghi) più famosi di questo scrittore, ovvero La marchesa di O. e Michael Kolkhaas.
Due storie appunto di dramma, individualismo, coraggio e ribellione, dove - a detta della critica - la scrittura di Von Kleist si avvicina molto all´asciuttezza dei suoi modi da autore teatrale. Mi pare una buona occasione per riscoprire un classico.

Rimango in un ambito tedesco e latamente classico con un autore misconosciuto ma che mi pare interessante. Walter Serner, attivo all´inizio del ventesimo secolo, esponente del dadaismo, di nascita boema ma appunto attivo in Germania.
Arriva in libreria per Elliot (uscita prevista per Novembre) con il suo romanzo La tigre. romanzo breve (160 pagine circa) che parla di un Amour Fou, la storia "scandalosa" di un amore senza amore tra un arrampicatore sociale e una prostituta d´alto bordo, raccontata senza paura di toccare corde scabrose e con un tedesco alto sporcato di argot popolano.
Piccola curiosità: per i suoi contenuti scabrosi il libro rischió di essere bellamente censurato (era la Germania degli anni ´20) e fu salvato dall´intervento di Alfred Döblin, il che mi pare una buona referenza.

Torno alla contemporaneitá con uno di quegli autori che uno dice "se li sta inventando di sana pianta".
Si tratta di uno scrittore ceco di colore (padre congolese), Tomás Zmeskal, e il suo romanzo é Lettere d´amore in scrittura cuneiforme. Capirete che con queste premesse non potevo non incuriosirmi.
Il libro uscirá per un editore indipendente che non conoscevo, ovvero nuovadimensione (scritto proprio così, con la iniziale minuscola).
Nonostante queste oscure premesse, il romanzo ha vinto il Premio dell´Unione Europea per la Letteratura nel 2011, ha avuto successo in patria e pare un oggetto molto particolare, proprio come piace a me/noi.
É una saga familiare ambientata nella Repubblica Ceca (prima Cecoslovacchia) dagli anni ´40 al ´90, ma spezzettata e intercalata da inserti provenienti da altre epoche, con un metodo (ovviamente) descritto come postmoderno.
Pur contenendo temi che naturalmente provengono dallo sfondo, dall´ambientazione e dall´epoca in cui é situato (uno su tutti: la guerra fredda), non é - a detta dell´autore - un libro politico, bensì fondamentalmente una storia d´amore e di memorie, memorie familiari, alla ricerca dei legami tra le persone, e delle persone con la propria patria.
Solo per dire: dalla critica ceca Zmeskal é stato accostato a Hrabal e Rushdie (!).

Chiudo con un autore abbastanza "pubblicato" in Italia nel corso di quest´anno, ovvero il congolese (oh! che combinazione!) Alain Mabanckou. Di lui é uscito nel 2015 per 66and2th Pezzi di vetro, piuttosto lodato dalla critica.
Il piccolo e valoroso editore sta proponendo Mabanckou ormai da qualche anno e nell´ambito di questo lavoro verrà ripubblicato a Novembre African Psycho (originariamente del 2003).
Il titolo richiama volutamente Ellis, lo svolgimento é un po´diverso, abbiamo un personaggio del tutto normale che a un certo punto decide di diventare un serial-killer, da qui la storia assume i contorni del comico e grottesco, visto che i tentativi di conquistare i famosi pochi minuti di celebrità attraverso il crimine si concludono tutti con un fiasco. Ma a un certo punto...
Mabanckou ha una penna ricca ed empatica, ridendo sa descrivere i problemi ma anche la grande umanità del suo paese, questa nuova uscita mi pare un piccola curiosità di cui tenere conto.

Con Sette libri Sette mi pare di aver dato il mio, per oggi. Ma non é finita qui (sapete quanto si affollano i cataloghi a fine anno)...


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