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LE ANTICIPAZIONI. AMOS OZ E IL SUO ESORDIO. LA TURCA AYFER TUNC. UN NUOVO DESERTO AMERICANO. GNEDT E LA PRIMA GUERRA MONDIALE.

VARIETÁ EDITORIALI


Recensireilmondo




La Conurbazione Autunno/Inverno vede sempre un´infittirsi di uscite editoriali, per questo si infittisce anche la rubrica di anticipazioni, prima di passare a un 2016 che appare piuttosto interessante (come sempre...come sempre...).

Inizio con un carico da 90, ovvero con Amos Oz di cui Feltrinelli pubblica a Novembre Altrove, forse che é l´esordio del grande scrittore israeliano, finora inedito in Italia.
Il romanzo é del 1966 ed é particolarmente simile nella trama, nella "partenza", a un libro uscito da poco ovvero La Collina di Assaf Gavron.
É peraltro un argomento verso il quale la letteratura israeliana é naturalmente portata: la vita nel Kibbutz, la descrizione dei suoi abitanti, che a loro volta vengono utilizzati per rappresentare i vari modi di vedere e di rapportarsi alla realtà del Kibbutz e di Israele moderno. Di questo, della dinamica di vari personaggi (l´idealista Reuven abbandonato dalla moglie, la sua amante/compagna Bronka, il camionista/religioso Ezra) sembra vivere il libro.
Che Oz sia un grandissimo scrittore credo non sia in discussione, penso sia utile e interessante vederne gli esordi anche per capirne l´evoluzione (non tutti gli scrittori hanno iniziato con il botto, vedi Barnes, per dirne uno).

Passo a cose più di nicchia con la scrittrice turca Ayfer Tunc, da noi pubblicata da Edizioni Clandestine (un altro segreto ben nascosto, quindi).
Il libro appena uscito si chiama Tambura Blues e altre storie, in copertina c´é una chitarra elettrica, già una cosa così chiaramente "mi parla".
Si tratta di un romanzo breve unito ad alcuni racconti, la Turchia che la Tunc racconta é quella dei perdenti, é una Turchia che appare moderna e molto simile al nostro occidente europeo: ex-musicisti falliti, amanti immaginari, padri abusivi, un paese di piccole dolenti tragedie e di sofferta vitalità, raccontato con scrittura vivida ma elegante.
Mi pare prometta bene.

Ora parlerò di un libro che rischia di essere confuso con uno (o forse molti) altro/i. Si chiama infatti Deserto Americano (c´é ad esempio quello di Everett), l´autrice é la giovane Claire Watkins (classe 84, insegnante di creative writing, strano che non abbia il plauso di Franzen) e si inserisce benissimo nel recente filone distopico/post-apocalittico.
Storia non originalissima: in una California devastata dalla siccità e infestata da bande, vigilantes, persone che vivono di espedienti, nasce una storia d´amore tra una ex-modella e un ex-soldato. I due tirano a campare finché non trovano sulla propria strada un bambino e lo "fanno loro" salvandolo e immaginando per tutti e 3 un destino diverso e mettendosi "sulla strada".
Tutto già sentito? Il libro é stato comunque un successo di critica negli USA, specie per quanto riguarda stile e scrittura (ho letto paragoni con la Atwood). So che il genere é in auge e piace, quindi lo segnalo, in attesa di guardarci dentro.

Per ultimo un romanzo austriaco, edito da noi in questi giorni da Ecra (che sarebbe l´editore delle Banche di Credito Cooperativo, non sapevo esistesse!), l´autore é Dietmar Gnedt e il titolo Il lascito di Domenico Minetti.
É una storia ambientata nella prima guerra mondiale, Domenico Minetti é un soldato italiano ma tocca alla nipote Rosa provare a raccontare "dal tempo presente" la sua storia, le sue guerre, i suoi lutti, e la sua reclusione nel campo di Wieselburg. É un romanzo piuttosto breve (200 pagine) che tocca i consueti temi di dolore e memoria, e quello della scrittura "salvifica" (c´é una ricerca appunto degli scritti di Minetti, che ha per Rosa un valore "riparatore").
Peraltro pare che in Italia sia stato pubblicato con l´interessamento di chi gestisce e porta avanti il Premio Mario Rigoni Stern, per cui mi pare arrivi ben referenziato.

Qui chiudo per questa volta, ma arriverà altro. Stay Tuned...

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