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DA PORDENONELEGGE 2015. DAVID LEAVITT - I DUE HOTEL FRANCFORT

RIFUGIO NEL PASSATO


I due Hotel Francfort



A Pordenone c´è stato grande interesse attorno a Leavitt; normale, credo. È sempre un grande nome, ma non una figurina, non è seriale - scrive poco, e tornava appunto al romanzo dopo 6 anni di silenzio, dopo il discontinuo ma fascinoso "Il matematico indiano".

Parlando di Leavitt (e le prevedibili domande in questo senso sono arrivate) chiaramente va citato Il minimalismo. Lui ha tenuto a sottolineare "Non so se io sia mai stato un minimalista".
Ai tempi una certa maniera di occuparsi dei disagi di personaggi giovani e in qualche modo "alla ricerca" di un senso, di una direzione, di una realizzazione o (come alcuni personaggi di Leavitt omosessuali sulla soglia del coming-out) di una rivelazione lo avevano fatto accostare a tale tendenza, quindi ad autori (a mio modo di vedere molto diversi da lui, e anche tra di loro) come McInerney e Bret Ellis.
Basta in ogni modo guardarli fisicamente per valorizzare le differenze: molto cool e mondani i due descritti sopra, all american boy bonaccione, sorridente e un po´trasandato Leavitt, almeno a Pordenone coi suoi camicioni a scacchi e il suo atteggiamento aperto e cordiale, grandi occhi stupiti e vivaci a esplorare il pubblico o i giornalisti.

Come Il Matematico Indiano, anche il nuovo romanzo I due Hotel Francfort è ambientato nel passato, e lo scrittore ci tiene a motivare questa sua scelta

"Quando ero giovane parlavo del mio mondo, poi ho iniziato a essere interessato al passato. Non riesco più a commentare il mondo attuale, non c´è più abbastanza tempo per tener testa al presente, è difficile dire oggi, perché il tempo cambia continuamente"

Un disagio quindi di fronte al mondo che cambia troppo velocemente, come un modo di ritrarsi dai suoi esordi ben ancorati al tempo attorno a sé, una vera e propria scelta di campo, rispetto ai suoi ex-colleghi che invece sembrano ancora ben attenti a scegliere temi attuali se non addirittura "trendy".

I due Hotel Francfort nasce dal tentativo (abortito) di scrivere una biografia di Jean-Michael Frank, designer francese di origini ebree, in fuga dal suo paese e poi morto suicida a New York nel 1941.
Da questo spunto è nata - esultiamo - la fiction, la storia di due coppie in fuga dalla Francia invasa dai nazisti e arenati a Lisbona, sospesi in attesa di un visto che permettesse loro di rifugiare negli Stati Uniti.
Lisbona era allora - ironica coincidenza coi nostri tempi - meta di profughi di questo tipo, dall´altra parte dell´oceano gli ordini - ci rivela Leavitt - erano quelli di dare meno visti possibili, l´America voleva essere neutrale, e lo "straniero" non veniva visto di buon occhio.
Una storia quindi con molte suggestioni, che qualcuno ha descritto come Fitzgeraldiana e che darà spazio sia alla ricostruzione storica che al versante sentimentale della vicenda; una storia nella quale Lisbona "...terra della fuga e dell´attesa, inferno e paradiso per questi profughi..." si fa a sua volta protagonista.

Va sottolineato come questo romanzo in patria abbia avuto mixed reviews, un po´come tutta l´ultima opera di Leavitt, non so dire se rivolgersi troppo al passato possa dare la stura ad accuse di rinuncia e manierismo, anche Il Matematico Indiano era dopotutto una storia di disagio, sospensione, straniamento e diversità che secondo me non peccava certo di distanza dalla realtà, ma forse a un certo punto si raggelava troppo attorno al suo tema scientifico.

Credo ci siano comunque i presupposti per considerare con grande curiosità questo romanzo, di certo Leavitt é scrittore sensibile e molto raffinato e il pubblico ha premiato con un pienone (e una coda di 20 minuti per farsi autografare il libro) il suo ritorno in Italia.

Un´ultima chicca: Leavitt sta ora scrivendo un´opera di non-fiction finalmente ambientata anche nel presente, una sorta di saggio e auto-fiction sulla California e la Silicon Valley con 3 diversi piani temporali, il passato, la sua fanciullezza in loco e il presente (anche se l´autore stesso sorridendo ha detto che per ora quest´ultima sezione non l´ha scritta). Attenderemo anche questa.



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