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LIBRI E RECENSIONI. FEDOR DOSTOEVSKIJ - DELITTO E CASTIGO

PENSIERO E POTENZA


Libri e Recensioni


Pare facile. Recensire un classico. Cosa dire di nuovo? Un classico, scoperto (o meglio, letto) a 43 anni, dopo aver pensato che Dostoevskij non sarebbe stato nelle mie corde, ma a quel punto come dice un amico "È un problema tuo, lettore!". E infatti.

Delitto e castigo è - naturalmente - un capolavoro e illumina le cose che già sappiamo o crediamo di sapere dello scrittore russo: la potenza allegorica, l´espressionismo stilistico, gli interrogativi morali, la capacità di descrivere stati di continua agitazione (la paranoia, la febbre cerebrale, i momenti onirici).

Ora non vorrei fare l´originale o sembrare inutilmente valutativo, ma trovo che Dostoevskij sia a volte uno scrittore "goffo", a tratti incespica, ripete scene e situazioni variandone l´intensità (come fa acutamente notare Renato Barilli in un prezioso saggio) - però da questa sua goffaggine nascono scene di grandissima potenza: penso in quest´opera ai duetti tra il protagonista e il giudice istruttore Porfiri, o alle interazioni tra Rasol´Nikov e Sonja.
È come se lo scrittore dovesse lasciarsi andare e sperimentare sulla pagine cose che sa che potrebbero andar male per poi arrivare allo sfogo creativo, quindi alla poesia.

Delitto e Castigo è tante cose: romanzo d´ambiente con scene di derivazione quasi teatrale, giallo o noir ante litteram, opera morale e filosofica, semplicemente un gran libro.
Credo sia semplice (o forse molto complicato) occuparsi delle allegorie e dei simbolismi, le dicotomie pensiero/azione, conservazione/rivoluzione, peccato/espiazione, per poi sdilinquirsi nel dominio dell´amore delle ultime pagine. Alla fine questo è però forse esercizio da critici ed esegeti, al lettore il compito/piacere di identificare i vari livelli di lettura, ma soprattutto di godersi un´opera di rara e prodigiosa potenza.

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