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LIBRI E RECENSIONI. UN PUGNO DI NOVITÁ. POMILIO, EDSCHMID, VAJDA, JANSMA, MALAMUD

NELLO SPAZIO E NEI LIBRI


anticipazioni


Qualche libro, di cui ho già parlato o che avrei in breve anticipato. Unico filo conduttore: nessun Best Seller, nessun botto fragoroso, ma cose davvero molto interessanti, credo, spero.

Mario Pomilio - Il Quinto Evangelio
Pomilio é stato scrittore e intellettuale di rilievo, prima militante di sinistra e poi convertitosi al cattolicesimo, probabilmente questa sua storia, queste sue appartenenze ideologiche lo hanno un po´emarginato al momento di compilare i vari canoni della narrativa italiana del ´900.

Il Quinto Evangelio é stato a lungo fuori commercio, eppure é stata opera considerata, se vogliamo innovativa, unendo romanzo storico, epistolare, testi teatrali, riflessione saggistico-religiosa, insomma lo potremmo acrobaticamente vedere come precursore del Nome della Rosa, o del Regno o addirittura del filone thriller-religioso alla Dan Brown (chiaramente qui manca l´elemento thriller).

Si immagina una ricerca di un misterioso Quinto Vangelo, e di un relativo carteggio tra lo studioso-ufficiale americano Bergin e un segretario della Pontificia Commissione Biblica chiamato a valutare la ricerca e i documenti prodotti da Bergin.
Parrebbe quindi una riflessione di Pomilio - mimetizzata da quest scientifica - sulla ricerca umana del senso di se stessi e di Dio,
Meritorio che l´editore romano L´Orma lo riporti in libreria.
Guardandoci dentro libro ampio, ambizioso, fascinoso, a livello di scrittura certo non un insieme di fuochi artificiali ma l´impressione é di un´opera di narrativa/saggistica destinata a provare ad arricchire chi la legge.

Ulrike Edschmid - La scomparsa di Philip S.
L´autrice - tedesca - sarà ospite del Salone del Libro.
In questo libro ricostruisce le vicende di Philip Werner Sauber - fotografo e attivista politico svizzero - suo compagno e ucciso in circostanze mai completamente chiarite a 28 anni in uno scontro a fuoco con la polizia tedesca, nel 1975.
Gli anni di piombo, insomma, non sono una nostra esclusiva (si veda anche l´azzeccatissimo reportage sul Baader Meinhof Komplex, avanguardia intellettuale ed estremista della RAF, le brigate rosse tedesche, di Stefan Aust) e Edschmid unisce qui pubblico e privato, una dolorosa ricostruzione a posteriori, la ricerca dell´identitá dell´amato e (forse) del senso di una storia e di una vita buttata via per un non meglio identificato ideale. Il libro é uscito per E/O.
Guardandoci dentro mi pare ci sia questa qualità molto tedesca di una scrittura da reportage narrativo, attenta a non tralasciare alcun indizio e allo stesso tempo elusiva quando serve, vedi anche Heinrich Boll di Foto di gruppo con signora o Uwe Johnson di Congetture su Jacob.

Miklós Vajda - Ritratto di madre, in cornice americana
Il titolo é già molto evocativo. Vajda é un riconosciuto poeta, traduttore e intellettuale ungherese, giunto al romanzo a 78 anni.
Romanzo autobiografico, storia della fuga della madre negli Stati Uniti in seguito alle vicende del 1956 ungherese.
Il figlio Miklós - lo scrittore - decide invece di rimanere. Per principio civico, per scelta nei confronti del proprio paese.
Mi pare che il libro nasca da questo, da una dialettica sentimentale tra lo scrittore e la madre adorata, e un dialogo intellettuale dello scrittore con se stesso, una ricognizione tra memoria e senso della vita, retrospettiva sulla storia del proprio paese e il ruolo dell´intellettuale ma anche la semplice vicenda di una donna aristocratica, indipendente e forte. Appena uscito per Voland.
Guardandoci dentro mi pare ci siano dentro quegli elementi che rendono l´autofiction un genere piuttosto frequentato, ci ho trovato qualcosa del metodo-Carrére nel mettere in scena se stesso nell´ambito di un contesto storico, il tutto però con una scrittura più lirica, che non ha paura ad avvicinarsi all´oggetto della propria ricerca.

Kristopher Jansma - Le immutabili macchie del leopardo
Nonostante il cognome vagamente indiano, Jansma é uno giovane scrittore statunitense.
Da L´Informazione di Amis in poi, le storie di scrittori amici dal rapporto squilibrato (quello scarso o di poco successo che ammira e invidia il collega più fortunato) esercitano una certa fascinazione sul lettore avveduto, in cerca a volte di echi di altri libri, di storie che illuminino il mondo di un autore e il rapporto con se stesso e le proprie opere e i propri "pari grado" che a un certo punto hanno preso un´altra traiettoria.
Questa sembra essere la vocazione di Jansma, con una storia raffinata e composita, in parte romanzo di formazione, in parte storia d´amore, in parte riflessione sulla scrittura e la capacità di produrre storie e racconti e di raggiungere il pubblico. Uscito per Neri Pozza.
Guardandoci dentro mi pare un´opera molto consapevole, una scrittura attenta e raffinata, non lontanissima dalla prosa cesellata ma non innaturale di un Peter Cameron, ma anche un libro che sa giocar bene su diversi registri, dal tragico all´umoristico.

Bernard Malamud - Per me non esiste altro
Malamud é grande romanziere e narratore ebreo americano, maestro di un certo Philip Roth - ad esempio - che poi ne ha in parte superato la lezione, dopo averla assimilata.
Questo agile volumetto uscito per Minimum Fax é un saggio sulla scrittura, sulla bottega di Malamud insomma, che essendo - ripeto - gran narratore, di quelli attenti, appunto sanamente artigianali, versatili, mai sazi di nuovi insegnamenti e nuova ricerca, é di quelle da frequentare. 
Consigliabile quindi per i fan dell´autore e per chi voglia capire qualcosa di più di alcuni meccanismi della scrittura creativa.
Guardandoci dentro si comprende la natura del saggio, costruito a frammenti piuttosto corti e in effetti questo libro é un estratto di una più ampia raccolta di saggi e pensieri di Malamud raccolti nel 1996 da due suoi più giovani editor, colleghi e scrittori.
Come dicevo, utile e di ispirazione ai fini sopra riportati

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