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DA TRISTRAM SHANDY IN POI (ELOGIO DELLA PAGINA DISORDINATA)

CERCANDO POSSIBILI RADICI

Come in una ballata di Tom Petty

Oh ecco: sto sul divano e ascolto Alessandro Grazian.
Sarebbe un incipit da Sunday Conversation, solo che é Sabato.

E quindi, e però: mi prude, mi vien su un argomento.

Una critica/collaboratrice di un Blog ha letto il mio libro (e la ringrazio) e non l´ha gradito (una delle poche voci negative finora, cosa che mi preoccupa quasi) e ha parlato di "disordine piuttosto disturbante".

Questo mi ha portato a pensare che io effettivamente amo un certo tipo di pagina disordinata, questo chiaramente nulla ha a che fare con gli esiti del mio romanzo.

Galeotto fu Tristram Shandy. Fu una lettura consigliata da un prezioso insegnante al Ginnasio, quella del capolavoro di Sterne.
Naturalmente ai tempi avrò capito il 10/15% di quello che é dentro questo romanzo.
E però: ho imparato a conoscere come una storia possa anche essere fatta di digressioni, interruzioni oppure vere e proprie invenzioni, come ad esempio la ben nota pagina lasciata bianca, quella marmorizzata. Fu fascinazione a prima vista.

Chiaramente da sbarbini curiosi di tutto il passo successivo fu Joyce con Ulisse e con la Veglia di Finnegan.
Si può accusare di Joyce di creare pagine disordinatamente creative? Secondo me sì, chiaramente é un disordine metodico, che vuole replicare il flusso dei nostri pensieri.

Leggo cose di tutti i tipi - beninteso - ma un certo tipo di pagina aperta alle influenze del parlato e del pensato, disponibile alla digressione o addirittura all´invenzione grafica (cambiamenti di carattere tipografico, fotografie, disegni, impaginazione) e poi ancora la creazione di storie nelle storie, un aprirsi all´andamento saggistico (se funzionale al romanzo) riescono spesso a sedurmi.

A chi penso? Vediamo, vediamo di mettere qualche nome nero su bianco senza dire troppe castronerie.
Musil e il suo Uomo senza qualità (la digressione saggistica, le storie parallele), sicuramente Pynchon, DeLillo (non tutto, ma penso a Libra e Underworld), il metodo usato da Ellroy nella sua trilogia della storia sporca degli USA (il martellamento di frasi, l´invenzione di documenti come es. trascrizioni delle intercettazioni telefoniche), volendo anche Houellebecq (per come riesce a integrare il saggio nel romanzo). Chissà quanti ne dimentico.

Questo chiaramente non deve essere collegato alla nota autobiografica in apertura, cioè non é che la mia pagina sia disordinata (se lo é) perché mi ispiro a ´sti grandissimi e quindi Ho-ragione-io. Questo lo vedranno i lettori, ma certo l´utilizzo di molte parentesi, incisi, digressioni, pause, cambi di ritmo e tono e argomento mi affascinano sia come littore che come "scrivente".
Vedremo dove ci porteranno questi percorsi.

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