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LIBRI E RECENSIONI. FABIO VIOLA - I DIRIMPETTAI

UNA CASA VIANELLO PER IL NUOVO MILLENNIO


I dirimpettai




Libro arguto, questo di Viola, di cui si é parlato abbastanza, in merito alla sua candidatura al Premio Strega e al suo essere un oggettino particolare e non-tradizionale, fin a partire dalla gestazione.

Partiamo dal tema: sono scenette di vita in un quello che immaginiamo essere un loft romano molto chic abitato da due personaggi (due uomini, gay) che operano in ambito televisivo. L´uomo anziano, che si immagina Manager di un certo livello della Rai, personaggio di potere, cinico, diretto. E l´uomo giovane, suo protetto, privo di particolare talenti, se non quello di amante dell´uomo anziano.

Queste scenette erano nate qualche anno fa come post di Facebook, come modo di intrattenere i propri "amici" e sono piaciute tanto (immagino anche questo) da essere diventate romanzo.

Il libro si legge velocemente ed é arguto in quanto permette diversi piani di lettura:

- di base é una Sit-com, con quella fissità e quelle minime evoluzioni che portano avanti la storia mantenendola però rassicurante in quanto riconoscibile. Certo, una sit-com tutta virata su un sarcasmo abbastanza urticante applicato al "vacuo" mondo della tv, a un certo tipo di borghesia stereoptipata tutta frullati, cyclette, pasti macrobiotici e malcelato (neanche troppo, razzismo)

- il piano principale viene tratto con metodo disturbante (in senso positivo), come un Casa Vianello "distorto", popolato di un allegria puramente artificiale e sinistra (o forse casa Vianello era già cosi?), interpretato con metodo post-moderno, come a schiacciare i personaggi in una estrema bi-dimensionalitá come una commedia all´italiana di Monicelli sceneggiata da un Don DeLillo in vena di scherzi

- può anche essere letto (e in questo caso temo sia uno di quei libri con la data di scadenza incorporata) come divertente instant-book su (appunto) una certa (in)cultura televisiva imperante, la prevalenza della piccineria e del luogo comune

Queste le caratteristiche, in questi tre recinti il libro si muove bene, con prosa svelta, senza mai essere sguaiato e con tante invenzioni e dialoghi che fanno sorridere e costringono a chiedersi se la satira sia davvero spinta trooooppo al limite per poter dare allo scrittore tutta la comodità di prendersi gioco dei suoi personaggi (anche se alla fine ad essi vengono attribuiti addirittura un paio di valori positivi e momenti di malinconia) o se possano esistere davvero persone cosi, pure macchiette di se stessi.

Volendo trovare un limite - oltre appunto a quello legato a ciò che questo libro vuole essere (una satira, una sit-com sveglia e svelta) - mi é sembrato un po´forzato l´inserimento della sottotrama quasi gialla legata alle figure (peraltro davvero divertenti) delle due domestiche, e non ho trovato - come invece fatto da altri recensori magari più acuti di me - particolarmente affascinante il tema del dirimpettaio, cioè immaginare che la storia sia raccontata da qualcuno che abita di fronte ai due protagonisti e ne segue le gesta attraverso una finestra che funge quasi da apparecchio televisivo.

Detto questo, il libro probabilmente non vincerá lo Strega (ma ha secondo me le caratteristiche per entrare nella dozzina) ma é una lettura moderna e gradevolmente "alienante".

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