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LE ANTICIPAZIONI. SI PARLA DI SCRITTORI TEDESCHI.

SCHNEIDER, SEILER, WEIDERMANN, SCHMIDT







Tra non molto "scatta" il Salone di Torino. La Germania sarà il paese ospitato. Occasione buona per lanciare un po´di anticipazioni tedesche. Non sono tutti scrittori presenti al salone, ma fa lo stesso.
Mi pare che la letteratura tedesca contemporanea non sia frequentatissima dalle nostre parti, ed é un peccato perché presenta cose molto interessanti, variegate e veri e propri gioielli come ad esempio Christoph Hein di cui parlavo a questo Link. Ma andiamo avanti.

Uno scrittore già tradotto (frammentariamente) dalle nostre parti e certo non molto conosciuto é Peter Schneider, classe 1940, di Lubecca (Lubecca: come dire i Mann, come dire Günter Grass).
Il valoroso editore romano L´Orma sta per portare in libreria (annunciato per Maggio)
l´autobiografico e - dico io - interessante Gli amori di mia madre.
Il tema é un classico e - per evidenti motivi - anche molto tipico della letteratura tedesca: la memoria. E se vogliamo anche l´inganno.
A Schneider é capitato di ritrovare le lettere scritte dalla madre, morta nel 1948 quando lui era ancora bambino.
Le lettere danno un´altra lettura degli anni trascorsi in Baviera, in fuga dal fronte della guerra mondiale, lontano dal padre e con i fratellini. Scopre infatti una situazione che sembra uscita dalla penna di Roche (Jules e Jim), una relazione tra la madre e il miglior amico del marito, che però conosce il Ménage à trois e sembra accettarlo.
Per lo scrittore diventa un modo di combinare i ricordi della sua fanciullezza con la biografia della madre, far quasi rinascere questa madre morta troppo presto e inaspettata, passionale, quasi bovaristica.
Il libro é stato molto lodato dalla critica tedesca.

Stesso destino (in questo caso accompagnato da successo di pubblico) ha riguardato Kruso dello scrittore e poeta Lutz Seiler
Lo porterá in libreria Delvecchio, annunciato per Maggio. Anche qui compaiono storia e memoria.
L´ambientazione é l´isola di Hiddensee - paradiso balenare per i cittadini dell´allora DDR, in quanto idilliaca e allo stesso tempo ben controllabile da esercito e Stasi, con lo scopo di evitare fughe per mare verso la Danimarca o la Germania Ovest.
Eppure: eppure molti (174) sono morti, tentando quella fuga.
Di questo tratta il romanzo: Kruso é un cuoco, un lavoratore stagionale dell´isola, una sorta di fratello maggiore e memoria storica a cui nel romanzo sono affidate le riflessioni su cosa sia realmente la libertà, se sia quella che si trova a Ovest fuggendo "geograficamente" o se non sia in realtà una categoria dell´anima.
Ma in libro ovviamente non é tutto qui: con linguaggio poetico, secondo alcuni debitore del realismo magico, vengono descritte un´amicizia (quella tra Kruso e il protagonista Ed) e la fine di un ideale (quello socialista, siamo infatti nel 1989) il tutto con la lunghezza non trascurabile di circa 500 pagine (opera quindi corposa, "importante").
Ribadisco: romanzo lodatissimo e premiato in patria, da "metterci il naso dentro", insomma. L´autore sarà al Salone del Libro.

E un altro che lo accompagnerá: il critico e scrittore Volker Weidermann, del quale uscirà per Neri Pozza L´estate dell´amicizia.
Romanzo breve e molto letterario, molto mitteleuropeo se vogliamo: parla dell´ambiente intellettuale di Ostenda agli albori della seconda guerra mondiale, e dell´amicizia tra Stefan Zweig e Joseph Roth (e altri intellettuali) li rifugiati.
Un piccolo resoconto malinconico di un´epoca, di un pensiero e un atteggiamento verso la vita destinati a essere travolti dalla catastrofe imminente. Consigliabile credo agli appassionati di letteratura del tempo  e da confrontare con un altro romanzo che anticipai poco fa, ovvero Sunset di Klaus Modick (per Keller) dove si descrive l´esilio americano di Lion Feuchtwanger.

Last but not least (assolutamente no) uno scrittore che fa già parte di un certo canone tedesco, diciamo il cattivo soggetto, lo sperimentatore folle del canone tedesco: Arno Schmidt (1914-1979), da noi parimenti poco conosciuto e autore indubbiamente ostico (basti pensare alle dimensioni del suo lavoro più riconosciuto: Zettels Traum, una sorta di monumento di 1.360 pagine, 47 centimetri in verticale e 299 Euro di prezzo).
Quodlibet si impegna meritoriamente con un´opera un pochino più potabile, ovvero I profughi, solo 56 pagine e infatti nell´originale tedesco programmaticamente sottotitolato "Studio per una prosa".
I profughi sono i tedeschi che nell´immediato dopoguerra si spostavano dalle zone più colpite per cercare un posto dove ricominciare da capo; ma già nel metodo il libro é altamente sperimentale, si tratta infatti di un fotoalbum dove appunto le fotografie vanno a costruire la storia assieme alle loro didascalie e alle note dell´autore e a sue riflessioni quasi saggistiche su politica e religione.
Uno dei riferimenti più usuali quando si parla di Schmidt é quello a James Joyce, alcuni critici citano anche Nabokov.
Viste anche le dimensioni esigue del libro, credo ci sia materiale per incuriosirsi.

Ho scritto a più riprese su altri scrittori tedeschi abbastanza interessanti, quindi se volete guardarvi in giro basta utilizzare il motore di ricerca del Blog qui in alto a destra. Have fun (if you can)


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