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IL PEGGIO DEL MEGLIO. LIBRI DA DIMENTICARE DI GRANDI AUTORI

L´ISPIRAZIONE VA E VIENE


i loro libri meno riusciti





Stavolta parlo per Sconsigliare e non per consigliare, sempre prendendo autori di gran pregio (penso), laddove quindi (di norma) il libro o libri sconsigliati sono comunque superiori a molta della roba che si trova in giro.

PHILIP ROTH
Di Filippo non ho ancora letto tutto e in particolare ero un po´diffidente nei confronti degli "Zuckerman" (ma recupererò).
Dovessi dire nella sua produzione, ci sono 2 libri che ritengo inferiori, a volte anche sensibilmente, agli altri

Ne Il fantasma esce di scena c´è Zuckerman (scrittore inventato) che dialoga o ragiona su altri scrittori altrettanto inventati.
Insomma un gioco molto autoreferenziale, letterario e secondo me fondamentalmente pesante, una cosa che pare coinvolgere l´autore più che i lettori.

Il complotto contro l´America è più riuscito ma qui la mia delusione derivava dallo spunto, che speravo potesse essere sfruttato meglio.
Insomma: Roth immagina che Lindbergh vinca le elezioni presidenziali del ´40 e che gli Stati Uniti diventino alleati della Germania nazista.
Purtroppo a Roth - nonostante alcune pagine riuscite - la trama sfugge di mano, personaggi e situazioni vengono tirati via, insomma la riuscita è dubbia.


SAUL BELLOW
Anche Bellow - sommo scrittore - ha prodotto tanto ed è fisiologico che alcune cose possano essere invecchiate peggio o semplicemente meno riuscite di altre.

Ravelstein e Una proposta di Matrimonio sono gli ultimi due romanzi di Bellow e ahimè - come nell´ultimo di Kundera - si nota una certa senilità, come se la lucidità (letteraria) fosse stata un po´persa.
Ravelstein é curiosamente simile a Il fantasma esce di scena, anche qui é un libro popolato di scrittori e professori immaginari (ma ricalcati su persone realmente esistenti) intente in un gioco secondo me troppo letterario e autoreferenziale, che poteva forse interessare alla gang di persone che ruotava attorno a quel mondo (e infatti la critica statunitense applaudì).

Una proposta di matrimonio mi era sembrato semplicemente un libro pieno di buchi ed editato male, con forse troppa fretta di mandarlo in libreria.

Il dicembre del professor Corde è un libro strano, con pagine anche molto riuscite ma con la sensazione costante di non capire dove l´autore volesse andare a parare, a un certo punto c´é una serie di tirate contro il vandalismo giovanile - quasi politiche - dove ti immagini che a Bellow sia stata sfregiata la macchina con le chiavi da qualche teppistello e lui per lo choc e la rabbia ci abbia scritto un libro.


MARTIN AMIS
Pure Amis ha avuto i suoi momenti di "rottura prolungata", qui nomino due libri.

Uno è La freccia del tempo (che ad alcuni è piaciuto) che si basa tutto su un espediente/procedimento, ovvero di far scorrere la storia (fondamentalmente un romanzo sul nazismo) al contrario. A me ha stancato quasi subito, spunto buono per un racconto, ma sulla lunghezza del romanzo non regge.

L´altro è Cane giallo di cui il collega (secondo me invidioso) Tibor Fischer disse - con deliziosa acidità - "Questo libro non è brutto nel modo normale in cui i libri importanti sono spesso brutti. È brutto in modo scioccante, come se scoprissi il tuo zio preferito che si masturba davanti a una scuola elementare".
Il romanzo in effetti non è propriamente brutto, ma è raccogliticcio, a un certo punto Amis usa il metodo-Scurati riciclando un testo già utilizzato per un libro fotografico, è come se lo scrittore fosse distratto e si sia gestito con il puro mestiere.

Sono partito dai miei "autori di riferimento", di cui ho letto molto e per i quali l´esercizio é più semplici.

Facendo un mix degli altri, qualche spunto qua e là.

Ian McEwan ha notevoli alti e bassi, secondo me il suo basso più drammatico è stato Espiazione (nomen - omen) che però so essere piaciuto molto. Io ho rifiutato completamente l´antipaticissima Briony, il personaggio principale, per cui non avevo speranze.
Anche Miele l´ho trovato contorto e artificioso, nonostante la storia potesse teoricamente funzionare.

Jonathan Coe ha iniziato alla grande e poi si è un po´perso, il suo penultimo Expo58 nel tentativo di ricalcare una satira english un po´alla Waugh ha messo su una cosa leggibile ma esile e leggera come un tempura di cui sia stata fritta solo la pastella.

Anche un mostro sacro come Abrahm B. Yehoshua ha le sue pause.
Nel potenzialmente fascinoso Viaggio alla fine del millennio Yehoshua si dimostra in difficoltà a maneggiare le ambientazioni da romanzo storico.
Il responsabile delle risorse umane funziona fino a un certo punto, poi si "tronca" bruscamente come se l´autore si fosse stancato di scrivere.

Last but not least un altro autore prolifico, Don DeLillo ha i suoi deficit di ispirazione.
Nomino qui Body Art, romanzuccio algido e celebrale, personaggi francamente antipatici, dove DeLillo - per il vezzo di voler descrivere l´incomunicabilità del mondo moderno, l´inutilità del linguaggio, rinuncia proprio alla comunicazione con il lettore. Che si vendica stroncando.


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