LA SARDEGNA E L´UTOPIA
Libro particolare e quasi fuori moda, si direbbe, questo di Monni. É l´esordio dell´autore, che ha una biografia particolarmente vivace (giornalista, politico, urbanista...) e deve amare molto la sua terra, la Sardegna.
Alla Sardegna e a Cagliari sembra dedicata questa storia che si svolge nel ´700, dove si riannodano gli eventi della vita di Gemiliano Deidda, talento multiforme realmente esistito (chirurgo, professore universitario, archeologo) in cui evidentemente l´autore si riconosce.
La sfida più grande di Deidda é quella di rifornire d´acqua tutta il capoluogo, afflitto dalla siccità.
La storia é quella di un´utopia, di una terra ingrata verso se stessa e verso chi vorrebbe aiutarla, ma anche di una famiglia (quella di Deidda) dove dolcezza e tragedia convivono fin dall´inizio.
É anche una grande dichiarazione d´amore nei confronti della Sardegna, i suoi odori, le sue genti, le sue architetture.
Lo scenario d´epoca é molto ben reso, con chiarezza documentaria e una lingua che prova ad arcaicizzarsi per rendersi coerente con le scenografie. Ci sono notevoli accelerazioni drammatiche quando si parla della famiglia del protagonista, il figlio perduto Paolo, e il piccolo e fragile Pietro.
Non é una storia perfetta - intendiamoci - si nota che é un esordio, alcune parti sono risolte fin troppo frettolosamente, alcune svolte troppo poco giustificate, ma rimangono profondità, passione e tenerezza (per una terra, come dicevo, per un destino, per il sogno dell´uomo di essere ricordato dai posteri, nell´eternitá) che la rendono secondo me una lettura intensa e in ultima analisi consigliata.
Commenti
Posta un commento