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LIBRI E RECENSIONI. RICHARD BRAUTIGAN - AMERICAN DUST

UN PICCOLO GRANDE ROMANZO AMERICANO

American Dust


Postmoderni veri o presunti. Beat Generation veri o presunti. Minimum Fax. Incatalogabili. Questo, ecco questo è forse Richard Brautigan. Incatalogabile.
Non mi pare possa essere definito postmoderno, anche se il libro che ho letto e sto commentando ne ha alcuni tratti, specie nella estrema consapevolezza della voce narrante, un ragazzino-non ragazzino...(ma ci torno dopo). Fu accostato alla Beat Generation, fu trattato come una sorta di Twain psichedelico, ma non era esattamente un Hippie. È stato pubblicato da Minimum Fax, ma poi "abbandonato", ripreso da ISBN, dopo il fallimento di quest´ultima è tornato all´altra casa editrice romana.

Questo American Dust è un piccolo prodigio di forma, incisività e solitudine. Una storia autobiografica, un´ infanzia e un´adolescenza passate ad annoiarsi, solo con se stesso. A pescare pesci gatto e incontrare vecchi. Vecchi che fanno la guardia a segherie, o vendono vermi da pesca. A sparare alle mele con una carabina.
La voce - riuscitissima (da La vita davanti a sé di R.Gary non trovavo una voce "infantile" così efficace) - è quella di un ragazzino, ma è anche consapevole. Un ragazzino che sa di essere un adulto perduto che sa di essere un bravo scrittore. Si veda il pezzo di bravura sull´intervista al cuoco messicano, una cosa che sarebbe piaciuta a un Pynchon western e vestito di jeans polverosi, seduto accanto a un lago da qualche parte in Oregon.

La storia è anche western, o è anche America post-guerra mondiale (pensiamo al senso dell´assurdo di Salinger nei suoi 9 racconti), è una storia Twain se vogliamo, ma anche una storia Hemingway, e comunque un tipo di tonalità che credo abbia influenzato un Richard Ford (quello più noir e bucolico) e un McCarthy.

E un libro che trasuda disillusione, innocenza e solitudine in parti uguali: la casualità, l´impossibilità di rispondere a certe domande, forse addirittura l´impossibilità di accettare il proprio passato, l´innocenza perduta e la solitudine che continua, che non se ne va. Perché è dentro.

Ecco, mi sono fatto prendere la mano dal contenuto secco e allo stesso tempo roboante (emotivo) del libro. Sintentizzando e senza voler andare troppo sul lirico: un piccolo Grande Romanzo Americano.
E uno scrittore da riscoprire.

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